Scatta l'ultimatum "Subito via libera a 5 discariche"

Pressing dopo il vertice
"Entro lunedì la decisione" Solo il "secco" negli impianti
15 gennaio 2011 - Luigi Roano
Fonte: Il Mattino

Non c’è due senza tre, così anche ieri i 24 sindaci dell’agro-nolano hanno eretto un muro di gomma contro l’apertura di una discarica nel loro territorio al tavolo provinciale presieduto da Luigi Cesaro e dall’assessore Giuseppe Caliendo. I due precedenti no risalgono all’8 novembre e a meno di una settimana fa, il giorno 10. Oggi i sindaci torneranno a riunirsi tra loro: per rinforzare il muro o per mediare? Ad ogni modo lunedì il tavolo si riaprirà ancora una volta nella sala Cirillo dell’ente di Piazza Matteotti con il presidente determinatissimo a individuare finalmente il luogo della discarica. «È un buon punto di partenza - dice Cesaro - ho notato disponibilità e con chi dimostra questo mi confronto sempre, deve essere chiaro che lunedì dobbiamo prendere decisioni definitive». Dunque un Cesaro sereno ma deciso, disposto ad ascoltare ma non più a traccheggiare. Il suo è un ultimatum. Del resto il tempo è poco, entro il 30 bisognerà dare a governo e Regione i luoghi delle discariche che in base allo studio dell’ente dovrebbero essere cinque, tante quanti i subambiti in cui è stato diviso il territorio. Se per quella data non ci saranno decisioni definitive arriva il commissario e sarà lui a calare dall’alto tutte le determinazioni. La sensazione è che ci sia un piccolissimo spiraglio che è tutto basato appunto sullo studio che l’ente di Piazza Matteotti ha presentato. Con il quale dimostra due cose: la discarica comprensioriale servirà solo i comuni interessati e soprattutto non si tratta di una discarica classica dove sversare il tal quale, il sacchetto nero, li si sverserà la Fut, la frazione umida tritovagliata stabilizzata. Il rifiuto a fine trattamento, vale a dire terreno vegetale inodore e utile per coprire e riempire le cave. Un pezzo del piano - quello delle cave - che torna a essere centrale per l’ uscita dall’emergenza e arrivare alla normalità. Durata del piano tre anni, nel 2014 è prevista l’andata a regime di tutti gli impianti a cominciare dagli inceneritori. Lo scenario in cui lunedì si dovrebbe maturare la decisione non è semplice, Cesaro ha alzato i toni anche perché i due precedenti «no» sono stati mal digeriti soprattutto per il tanto tempo perso e la rinuncia dei 24 comuni a sedersi l tavolo nonostante le sollecitazioni per cercare una mediazione. Il primo diniego arriva a novembre, con una lettera a Cesaro i sindaci spiegano che il «nolano è una zona virtuosa perché ha attivato la raccolta differenziata da tempo. Assoluta l’indisponibilità a qualunque tipo di utilizzo seppur temporaneo del nostro territorio come sito di ulteriori discariche. Ci opporremo con ogni mezzo». Il 10 la lettera non è meno morbida: «Il tributo all’emergenza rifiuti - si legge nella missiva - è stato già pagato in 10 anni con le discariche di Palma Campania, Piazzolla di Nola e la Penzano una e due che hanno ingoiato 3 milioni di tonnellate pur avendone prodotte 400mila: abbiamo già dato». Ieri sera i toni sono stati più o meno gli stessi. A cambiare è stata la Provincia che ha puntato i piedi. Sullo sfondo si profila già un altro problema, che non riguarda Cesaro ma la Regione. Gli accordi per portare fuori dalla Campania i rifiuti e liberare gli Stir stentano a decollare. Anche i trasferimenti in Puglia sono quasi fermi. Napoli ha un’autonomia fino a lunedì sera, se non si fa qualcosa c’è il rischio che lo spettro della crisi torni a materializzarsi.

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