L'esercito resta, ma sorveglierà solo gli impianti

Niente proroga per l'unità stralcio
Il nodo dei costi dello smaltimento
14 gennaio 2011 - Daniela De Crescenzo
Fonte: Il Mattino

 Stop all’unità stralcio e a quella operativa, i militari restano in Campania per vigilare siti e impianti: è stato deciso ieri nel corso di un incontro svoltosi a Roma presso la sede del dipartimento della Protezione civile. Al summit hanno partecipato il capo del dipartimento, Franco Gabrielli; il prefetto di Napoli Andrea De Martino; l’assessore regionale all’Ambiente Giovanni Romano; il presidente della provincia di Napoli Luigi Cesaro e il coordinatore dell’unità operativa e stralcio, generale Mario Morelli. Resteranno in campo in Campania 250 militari sotto il comando dei vertici gerarchici del territorio. Un presidio chiesto con forza da Cesaro che presto dovrebbe indicare il nome delle tre prossime discariche da aprire nel Napoletano. Realizzarle non sarebbe stato facile, evidentemente, senza il supporto dei militari. Da qui, probabilmente, la decisione di lasciare un presidio nell’area che non risponderà però più a Morelli. Ma non tutti i problemi sono stati risolti. In un comunicato la Protezione civile spiega: «Si sta perfezionando il passaggio delle competenze amministrative agli uffici regionali ordinariamente preposti allapianificazione del ciclo integrato dei rifiuti, in vista della data del 31gennaio prossimo, quando cesseranno le loro attività l’unità operativa e stralcio, come previsto dal decreto legge n. 195 del 2009. Nessuna proroga, quindi, mentre resta garantita la continuità nell’impegno finoraportato avanti dalle forze armate». La Regione, dunque, dovrà garantire i flussi extraprovinciali, la pianificazione e la programmazione del ciclo dei rifiuti, rientrando nella piena titolarità delle sue competenze come richiesto dall’assessore Giovanni Romano. Non è, invece, ancora chiaro a chi toccherà chiudere la contabilità di sedici anni di emergenza pagando i debitori. Il direttore generale dell’unità stralcio, Luciano Cannerozzi De Grazia, ai primi di dicembre aveva fatto pubblicare un bando di gara: le imprese che ritengono di aver diritto a un pagamento avranno tempo fino a febbraio per presentare la richiesta. Ma a quell’epoca la struttura non ci sarà più. Bisognerà quindi decidere a chi toccherà l’arduo compito di risolvere lo spinosissimo problema. La decisione di non attivare la proroga alle strutture che fanno capo al generale Mario Morelli aveva scatenato nei giorni scorsi una serie di polemiche: per il sì all’esercito si erano schierati il presidente Cesaro e il sindaco Iervolino, per il no l’assessore Romano. La protezione civile, preso atto della posizione della Regione aveva comunicato lo stop ai militari con un fax. Nei mesi scorsi non sempre i rapporti tra il generale e la Regione erano stati idilliaci. A metà ottobre Morelli raccontò alla commissione ecomafie in termini molto realistici la crisi che si stava aprendo e sottolineò che Provincia e Regione tardavano ad assumere i compiti che erano stati loro attribuiti dalla legge. Poi ci sono state delle differenze di vedute sul trasferimento fuori regione della frazione organica ancora stipata negli impianti di tritovagliatura. La struttura guidata da Morelli aveva fatto una gara europea per attribuire l’incarico poi assegnato al consorzio Cite, quello che sta portando la spazzatura in Puglia. I costi dello smistamento concordati nelle ultime settimane sarebbero però diversi da quelli fissati con la struttura di Morelli perché comprenderebbero voci diverse. Dal canto suo la A2A che gestisce gli impianti di Caivano e Acerra ha cominciato a lavorare a un contratto per portare in Spagna la frazione umida stipata nell’impianto di Caivano che le è stato affidato per legge. Anche in questo caso a pagare sarà la Protezione Civile alla quale spetterà ovviamente un controllo finale. Dovrebbe intervenire anche la Provincia per sostenere le spese del trasferimento della frazione umida accumulata negli ultimi mesi. Una procedura che non avrebbe convinto il generale. Secondo la A2A c’è ancora da decidere in quali discariche saranno smaltiti i rifiuti, quale sarà il costo finale e come saranno ripartite le spese. È invece noto il nome della società di intermediazione, la Markab Consulting che si sarebbe avvalsa anche di consulenze nella nostra regione.

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