Debiti sui rifiuti, la Provincia chiede la linea dura

Nomina dei Commissari ad acta per i Comuni inadempienti; 46 milioni da recuperare
12 gennaio 2011 - Michele De Leo
Fonte: Il Mattino Avellino

La nomina di commissari ad acta per i Comuni che accusano debiti consistenti nei confronti dei soggetti impegnati nelle attività afferenti il ciclo integrato. Le amministrazioni provinciali sollecitano attraverso un emendamento al decreto legge 196 - «Disposizioni relative al subentro delle amministrazioni territoriali della regione Campania nelle attività di gestione del ciclo integrato dei rifiuti», in corso di conversione - l’adozione della linea dura per superare l’emergenza finanziaria che affligge il comparto rifiuti. L’obiettivo è quello di garantire la certezza e la regolarità dei pagamenti ai soggetti che effettuano i vari servizi, per evitare una crisi generale del sistema. In questo senso, l’unica soluzione - oltre ad un intervento del governo a sostegno dei Comuni che hanno accumulato debiti ingenti nell’amministrazione pregressa - per evitare il ripetersi di situazioni incresciose che hanno messo a rischio la tenuta del comparto, sembra essere quella della nomina di commissari ad acta che - evidenzia l’emendamento che verrà presentato unitariamente da tutte le amministrazioni provinciali - potranno essere nominati dai prefetti. Un provvedimento che si renderebbe necessario per consentire una gestione tranquilla, senza affanni derivanti da una condizione finanziaria sempre al limite. Del resto, anche se in Irpinia non si registrano gli stessi livelli di criticità di altre province, i numeri impongono una seria riflessione. Dopo poco più di un anno di attività, infatti, «IrpiniAmbiente» vanta crediti per circa diciotto milioni di euro, di cui quattordici da numerosi Comuni della provincia e oltre tre dal salernitano. Assai consistente è il credito vantato dall’intero sistema - compresi i Cosmari e le rispettive articolazioni societarie - che è pari a circa quarantasei milioni di euro. Recuperando le somme non incassate, i vari soggetti potrebbero azzerare i poco più di quaranta milioni di debiti accumulati. In questo senso, anche «IrpiniAmbiente» ha debiti ingenti, seppur di poco inferiori al credito vantato. Se il ciclo delle entrate fosse stato garantito, la società provinciale avrebbe potuto gestire il servizio senza alcun affanno e avrebbe maturato un minimo utile. Invece, si trova costretta a rinviare pagamenti anche importanti che - evidenzia l’assessore all’Ambiente di Palazzo Caracciolo, Domenico Gambacorta - «mettono pure a repentaglio la situazione di fornitori che non sono riusciti a pagare le spettanze di dicembre e le tredicesime ai propri addetti». Una protesta di questi lavoratori genererebbe una crisi totale del sistema che bisogna scongiurare a tutti i costi. Ecco perché è necessario recuperare i crediti per la gestione pregressa e assicurare la regolarità dei pagamenti da parte degli enti locali. Nel percorso di conversione del decreto 196 - importante per la provincia di Avellino perché prevede, tra l’altro, la cancellazione di Pero Spaccone di Andretta dall’elenco dei siti in cui allocare una discarica - Palazzo Caracciolo è pronto a presentare anche un ulteriore emendamento per favorire il pagamento dei crediti vantati - soprattutto nei confronti del commissariato per l’emergenza - dai comuni sede di una discarica o di un impianto per il trattamento dei rifiuti. «Già nello scorso mese di febbraio - continua Gambacorta - abbiamo fatto voti alla Presidenza del Consiglio dei ministri per definire la questione dei ristori ambientali nei confronti di quei comuni che hanno fatto sacrifici e hanno sopportato più di tutti il peso dell’emergenza rifiuti in regione. Comuni che vantano crediti consistenti dalle varie strutture e che non possono finire in coda ad un lungo elenco di creditori, ma devono vedersi riconoscere quanto gli spetta».

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