Stress da rifiuti lo Stir chiude per due giorni
l'impiano di Battipaglia è troppo pieno
Stop tecnico per lo Stir di Battipaglia che chiuderà i battenti oggi e domani. Conferimento negato, dunque, ai 158 comuni salernitani per 48 ore a causa di uno «stress strutturale» dovuto all’impossibilità di trasferire i rifiuti al termovalorizzatore di Acerra e alla conseguente necessità di riorganizzare le aree di stoccaggio all’interno dell’impianto di Battipaglia. «Questa chiusura - precisa l’amministratore delegato di EcoAmbiente Salerno, Gianluca De Santis - è stata programmata su richiesta dei tecnici della EcoAmbiente ed approvata dal cda per consentire il ripristino della produttività dell’impianto e degli standard di sicurezza. Attraverso una riorganizzazione degli spazi riusciremo anche ad evitare di dover portare fuori Regione i rifiuti con un ovvio aggravio di costi». L’impossibilità di portare al termovalorizzatore di Acerra la frazione secca tritovagliata e quella umida alle discariche di Savignano Irpino e di Sant’Arcangelo Trimonte, avrebbe ridotto le potenzialità effettive dello Stir dove ogni giorno vengono riversate 750 tonnellate di rifiuti. Lo stop di 48 ore consentirà dunque di recuperare spazio per altre 1500 tonnellate. «Ma anche - precisa De Santis - di poter controllare le macchine ed evitare che si verifichino guasti tecnici. La mancanza di impianti provinciali di trattamento, recupero e smaltimento, fondamentali in un ciclo integrato dei rifiuti, fa sì che la buona funzionalità dello Stir sia fondamentale per evitare che tutto il Salernitano vada in emergenza e che ci siano rifiuti in strada». Dopo il conferimento diretto o indiretto (come nel caso del Comune di Salerno che utilizza la piattaforma di trasferenza di Ostaglio) a Battipaglia, i rifiuti vengono difatti separati (procedimento detto di «vagliatura») e divisi in frazione secca (per un quantitativo di circa 450 tonnellate al giorno, circa 15 camion), destinati all’inceneritore di Acerra per produrre energia; frazione umida (per un quantitativo di circa 290 tonnellate al giorno, circa 10 camion), destinati alle discariche in provincia di Avellino e Benevento; rifiuti ferrosi (per circa 10 tonnellate al giorno) destinati al recupero in appositi impianti. «Credo che sulla questione rifiuti - prosegue ancora De Santis - bisogna fare molta chiarezza: voglio difatti ricordare che oggi la provincia di Salerno si è affidata al ”mutuo soccorso” delle altre province: Napoli per il termovalorizzatore, Avellino e Benevento per le discariche. La recente difficoltà che ha colpito la provincia di Napoli, però, ha fatto dirottare le ”evacuazioni”, e soprattutto le disponibilità dell’unico termovalorizzatore regionale (vera problematica), quasi esclusivamente verso i Comuni del napoletano. Per la provincia di Salerno sono iniziate le difficoltà. Difficoltà che potrebbero aumentare se non fermiamo l’impianto. Abbiamo necessità di riorganizzare le aree di stoccaggio perchè, per quanto concerne la frazione secca, dei 15 mezzi al giorno che prima venivano ”riservati” alla EcoAmbiente ad Acerra, oggi ve ne sono a malapena 5 o 6, e talvolta nessuno; per la frazione umida sono state “chiuse le porte” dalle province di Avellino e Benevento, e per riaprirle vogliono essere pagati. Anche qui, al momento, ci è concesso di portare solo cinque automezzi al giorno (contro i 10 necessari) e tutti solo a Sant’Arcangelo Trimonte».