Rifiuti, quaranta milioni di euro il debito irpino
Individuare una serie di soluzioni per superare le problematiche economiche legate alla gestione pregressa del comparto rifiuti in regione Campania. Il tavolo ministeriale - allargato alla presenza dei rappresentanti dell'ente di palazzo Santa Lucia, delle province delal Campania e rispettive società, ai delegati di Api e Anci e ai funzionari della protezione civile - continua nella sua azione per superare le difficoltà del passato e consentire una gestione attuale senza eccessivi affanni. In tal senso, i funzionari del Ministero dell'Economia hanno chiesto - prima di definire una serie di emendamenti da presentare nel percorso di conversione del Decreto legge in materia di rifiuti o nel milleproroghe - un quadro completo e puntuale della situazione debitoria degli enti locali, dei consorzi e delle rispettive articolazioni societarie. Il Tavolo ha, però, già avviato la discussione per individuare la soluzione necessaria a superare lo stato di impasse e aiutare le province in questa fase che rischia di pesare come un macigno anche sulla gestione attuale. Mentre il mancato decollo del piano d’emergenza rischia possibili ripercussioni, come leggiamo a fianco, nella già delicatissima situazione di Napoli e provincia. I rappresentanti della Provincia di Avellino, l'assessore all'ambiente di palazzo Caracciolo Domenico Gambacorta e il tecnico che ha redatto il piano industriale di IrpiniAmbiente, Felicio De Luca, hanno già presentato nel dettaglio la situazione irpina: il montante debitorio totale ammonta a circa quaranta milioni di euro, di cui dodici maturati dagli enti locali e altri dai consorzi di bacino e dalle rispettive articolazioni societarie. Ma non sono esclusivamente i numeri a destare preoccupazione. È il contesto generale a creare una certa apprensione: l'Asa, infatti, vanta crediti dal Cosmari che, a sua volta, deve riscuotere dai comuni morosi. Assicurando agli enti locali la possibilità di rientrare dei debiti accumulati, dunque, si garantirebbe una importante boccata di ossigeno all'intero sistema. In questo senso, appare improbabile il percorso per facilitare l'accensione, da parte dei comuni, di mutui o prestiti agevolati. È, però, necessario individuare una soluzione anche per consentire il completamento della fase di liquidazione dei Cosmari e delle società che, nel passato, sono state impegnate nella gestione del ciclo integrato. I rappresentanti della Provincia di Avellino - oltre a delineare la situazione finanziaria nel dettaglio - si sono riservati di avanzare - e con molta probabilità lo faranno già nella giornata odierna - una serie di proposte di emendamenti che possano aiutare a superare le difficoltà del passato e chiudere la fase pregressa. Anche se la situazione irpina non raggiunge i livelli di criticità di altre realtà provinciali, merita comunque un'attenzione particolare, soprattutto per definire la fase di liquidazione dei Cosmari, evitando di gravare sulle casse dell'ente di palazzo Caracciolo. Gambacorta e De Luca hanno rilanciato con forza la sollecitazione a concedere una deroga al patto di stabilità, per utilizzare l'avanzo di amministrazione. L'obiettivo, duplice, è quello di mettersi al riparo dal rischio di ulteriori periodi di affanno e completare l'impiantistica, consentendo la gestione dell'intero ciclo entro i confini provinciali, cosa che ridurrebbe al minimo i costi. Nel frattempo, è stato riaggiornato a giovedì prossimo il vertice tra IrpiniAmbiente e sindacati sulla situazione contrattuale dei lavoratori dello Stir - assunti con contratto metalmeccanico - già assorbiti dal soggetto unico provinciale. I rappresentanti della società hanno presentato esclusivamente una proposta per l'equiparazione dei livelli.