"Tagliamo la luce a chi non paga la Tarsu"
Oggi a Roma vertice con Letta
Una proposta choc sul tavolo del sottosegretario Gianni Letta. La porterà l’assessore regionale Giovanni Romano che spiega: «Chiederò che la riscossione della Tarsu sia legata alla fornitura di servizi. Chi non paga la tassa sulla spazzatura dovrebbe rischiare il taglio dell’energia elettrica». Lo svuotamento delle casse dei Comuni (e ora comincia a farsi difficile anche la situazione delle Province) resta, infatti, al centro delle difficoltà da affrontare per risolvere l’attuale crisi dei rifiuti. A Napoli, ad esempio, l’amministrazione riesce a incassare solo il 65 per cento della Tarsu ed ha quindi difficoltà ad affrontare le spese connesse alla gestione dei servizi.Di qua la proposta di Romano di legare la tassa ai servizi e alle utenze in maniera da frenare l’evasione record in Campania. Complessivamente i Comuni hanno accumulato circa 300 milioni di euro di debito nei confronti delle strutture commissariali (ma l’amministrazione napoletana ha saldato tutto il pregresso) e altrettanti verso i consorzi di bacino. E ora anche le Province sono in difficoltà. Quella di Napoli deve incassare circa cento milioni dai Comuni che hanno portato la spazzatura agli stir e alle discariche di Chiaiano e Terzigno. Un sistema sull’orlo del collasso. Per evitare il crack l’assessore Romano ha pronte quattro proposte. La prima: permettere ai Comuni di accedere al credito al di fuori del patto di stabilità. La seconda: slegare le spese del settore rifiuti dallo stesso patto di stabilità. Questo, infatti, stabilisce per gli enti locali dei parametri rigidi che non è possibile sforare. La terza: cartolarizzare il credito. I Comuni potrebbero appaltare il servizio di riscossione della Tarsu arretrata a società private ricavandone una cifra prestabilita. Se, ad esempio, si prevede di ricavare cento euro si può cedere il credito incassandone subito sessanta. Il sovrappiù va alla società che recupera i soldi. E veniamo alla quarta e forse più dirompente proposta: azzerare i debiti accumulati dai Comuni nei confronti delle strutture commissariali. Come dicevamo si tratta di circa trecento milioni di euro che dovrebbero servire al direttore generale dell’unità stralcio, Luciano Cannerozzi De Grazia, per ripianare i debiti contratti dai commissariati di governo e dal sottosegretariato negli anni scorsi. A dicembre è stato pubblicato un bando invitando le ditte creditrici a farsi avanti. Se la proposta di Romano facesse strada lo Stato dovrebbe intervenire direttamente per pagare. «Bisogna rendersi conto che la situazione è difficile: se non si affronta il nodo economico sarà impossibile fare passi in avanti - spiega l’assessore - bisogna permettere agli enti locali di svolgere i servizi. È inutile pensare che gli amministratori possano pagare i debiti se i cittadini continuano a non versare la tassa sui rifiuti. Perciò bisogna da un lato evitare il collasso economico e dall’altro mettere in condizione gli enti locali di recuperare il dovuto». In sedici anni di emergenza il buco finanziario ha continuato a lievitare. La spesa complessiva per liberare la Campania dai rifiuti si è aggirata intorno ai 35 miliardi di euro: il trasporto dei rifiuti all’estero e presso le altre regioni, i lavori eseguiti al di fuori di regolari gare d’appalto, il crescente numero di dipendenti e di consulenti, hanno provocato il disastro. Nel 2009 nella sua relazione al Parlamento l’allora sottosegretario Guido Bertolaso parlò di un contenzioso che superava il miliardo di euro. Una situazione drammatica che oggi a Roma il sottosegretario Gianni Letta tenterà di affrontare nel corso dell’incontro al quale con gli amministratori parteciperanno rappresentanti dei ministeri dell’Interno e del Tesoro.