Strage di uccelli, domani i risultati delle analisi
Il giallo della moria di storni sulla Statale Sannitica, nei pressi del Big Maxicinema di Marcianise, potrebbe essere risolto già domani. Sono attesi per domani, infatti, i primi risultati dell’esame autoptico sulle carcasse di alcuni esemplari raccolti subito dopo l’evento, effettuati dall’Istituto Zooprofilattico di Portici e dal Criuv (il Centro di riferimento di igiene urbana veterinaria) di Napoli. Indagini, come richiesto dal Servizio Veterinario dell’Asl di Caserta, che dovranno garantire l’identificazione delle cause della morte improvvisa dei circa 300 esemplari di storni che potrebbe essere sopravvenuta sia per intossicazione che per infezione. Di sicuro, nonostante tali morie di massa non si verifichino frequentemente, gli esperti escludono a priori che si sia trattato di un fenomeno misterioso, come qualcuno vuole far credere, ipotizzando fantasiosi ricostruzioni, che addirittura siano i primi segnali della fine del mondo. La morte dei circa 300 storni di Marcianise è avvenuta nello stesso periodo in cui, in altre parti del mondo, si sono verificati episodi analoghi: a Faenza 400 tortore sono state ritrovate morte, nella cittadina di Beebe, in Arkansas, dal cielo sono piovuti circa 5000 merli morti, stessa fine hanno fatto altri 500 uccelli in Louisiana ed altre centinaia in Kentucky. Gli esperti, però, fanno sapere che le morie di animali si verificano abbastanza normalmente e che per ognuno di questi casi c’è una spiegazione. Come per quello di Faenza, dove la causa della morte delle tortore sembra sia collegata ad una scorpacciata di semi di girasole che i volatili hanno fatto nel deposito di un oleificio. «Escludo assolutamente che ci siano collegamenti tra i casi citati dai media e quello casertano – ha spiegato il presidente della Lipu Campania Matteo Palmisani – in quanto si tratta di specie diverse tra di loro. Non c’è dubbio, però, che si sia trattato di un evento catastrofico ed attendiamo l’esito degli esami autoptici per capirne le ragioni». Il dirigente dell’area di sanità animale del distretto casertano dell’Asl, Antonello Santamaria, smorza inutili allarmismi. «È certamente un episodio anomalo che stiamo valutando attentamente, ma escludo che possa trattarsi di una zoonosi, cioè di una malattia infettiva o parassitaria che possa trasmettersi all’uomo». Tra le cause che possono aver determinato la moria degli storni non si scarta nemmeno quella che possa essere stata provocata dall’uomo. Il fatto strano, infatti, è che la morte ha colpito solo 300 esemplari, cioè il 10 per cento dei volatili della colonia che, di sera, popola le chiome dei pini secolari che separano la Sannitica dal Big Maxicinema. Siccome lo storno è un uccello gregario, che di giorno vola sempre in gruppo per cercare cibo, se si fosse trattato di un avvelenamento per ingestione di alimenti inquinati, quasi in tutta la colonia si sarebbero registrati gli stessi effetti. Come anche nell’ipotesi della diffusione di malattia infettiva, le morti si sarebbero verificate anche nei giorni successivi con il propagarsi dell’infezione. Invece, i decessi sono stati registrati solo il primo di gennaio. Tra le varie ipotesi che circolano, quella che si tratterebbe di una moria provocata da agenti esterni, mentre il gruppo di volatili si trovava nel proprio «dormitorio»: in questo caso gli effetti sarebbero stati parziali in quanto la maggior parte degli uccelli sarebbe riuscita a scappare.