Perchè l'eolico fa tanta gola alla camorra

La realizzazione dei parchi comporta investimenti per svariati milioni di euro
8 gennaio 2011 - Michele De Leo
Fonte: Il Mattino Avellino

Pale eoliche Un business da decine di milioni di euro. I recenti attentati incendiari - che hanno creato apprensione in ambienti sociali tranquilli come quelli dei piccoli centri di Baronia ed alta Irpinia - hanno fatto finire il grande ”affaire” dell’eolico nell’occhio del ciclone. Per questo, l’attività degli inquirenti non può essere limitata ad analizzare il singolo caso. I carabinieri - anche se le indagini vengono portate avanti nel più stretto riserbo - in questa fase stanno lavorando soprattutto per comprendere la provenienza dell'aura malavitoso-camorristicaa che si è creata, ormai da mesi, intorno agli investimenti milionari per la realizzazione di parchi eolici. Non sarebbe da escludere, infatti, che alla base dei numerosi atti criminosi posti in essere, con crescente frequenza, negli ultimi anni, possa esserci una comune centrale di traffici illeciti. Ma perché c’è un’attenzione così marcata nei confronti dell’energia pulita prodotta dal vento? Il motivo è chiaramente di carattere economico. La realizzazione di parchi eolici rappresenta il grande business del terzo millennio in molti centri di Baronia ed alta Irpinia. La gran parte delle ditte - complice il settore delle costruzioni completamente fermo dopo il boom del post terremoto - ha dirottato la propria attenzione verso l’eolico. La realizzazione di un parco con torri da tre megawatt costa, mediamente, tre milioni di euro ad aerogeneratore. Un investimento di grosso rilievo, per la gran parte assorbito dai costi della struttura della pala. Ma il business vero riguarda le numerose opere civili che vengono realizzate, in appalto, da ditte prevalentemente locali, dal movimento terra alle fondazioni, dalle strade di accesso ai cavidotto e alle sottostazioni. Opere che incidono per oltre un decimo sui costi totali. Così, la realizzazione di un parco da circa cinquanta milioni di euro genera appalti per oltre cinque milioni. Un grande giro di affari che, come è facile immaginare, non passa inosservato. Ecco perché, gli inquirenti non escludono che all’eolico nei piccoli paesi dell’Irpinia possa essersi interessata anche la criminalità organizzata foggiana o dell’hinterland napoletano. IOnsomma, la camorra. Tra l’altro, le aziende che investono nell’eolico pagano un fitto che si aggira tra i cinque ed i settemila euro annui per 600 metri quadrati di terreno, necessari per l’installazione di ogni torre. Il fitto dura trent’anni, al termine dei quali l’azienda è obbligata a ripristinare lo stato dei luoghi. Anche in questo caso, si tratta di cifre importanti, fuori dal mercato. I terreni, infatti, sono tutti seminativi e - coltivati a frumento - avrebbero prodotto poche decine di euro. Poco o nulla in confronto ai cinquemila euro di base annua per l’istallazione di un aerogeneratore. L’eolico è, dunque, un grande affare che finisce per suscitare numerosi interessi, leciti e, alle volte, anche illeciti. Gli attentati - che in comuni come Bisaccia vanno avanti da anni - derivano dal grosso interesse economico che c’è alla base. Un investimento considerevole deve essere supportato, evidentemente, da un ritorno importante. L’ammortamento dei costi sostenuti viene effettuato in un massimo di sette anni, dopodiché ogni aerogeneratore produce esclusivamente guadagni. Di questi, una piccola fetta - di solito compresa tra il 2% ed il 4% - viene concessa anche al Comune nel quale è stato realizzato l’investimento. Centri come Bisaccia - dove l’eolico è ormai da anni una realtà consolidata - riescono a garantirsi circa cinquecentomila euro annui. Cifra destinata, per il paese altirpino, ad un’impennata dopo la realizzazione dei due nuovi parchi - nelle zone Calaggio e Formicoso - già autorizzati dalla Regione. Ma a palazzo Santa Lucia sono decine le richieste di aziende per la realizzazione di impianti per la produzione di energia elettrica da fonte eolica da realizzarsi tra l’alta Irpinia ed i comuni della Baronia. Una partita rispetto alla quale le amministrazioni comunali possono esprimere esclusivamente un parere non vincolante.

E per la frontiera dell’energia solare caccia ai suoli

Vallata. Il Comune apre alle energie alternative. Non solo l’eolico, con i lavori di realizzazione del primo parco a contrada Palazzone, luogo dell’attentato dei giorni scorsi. L’attenzione della giunta Zamarra è rivolta anche all’energia solare. Attraverso un progetto promosso dalla «Asmenet Ambiente» di Napoli, il Comune di Vallata potrebbe dotarsi di una centrale fotovoltaica di 20mila metri quadrati: un impianto che potrebbe essere inaugurato già nei prossimi mesi. Il punto di partenza nell’individuazione del terreno su cui allocare i pannelli. L’amministrazione ha predisposto un bando - in scadenza lunedì prossimo - rivolto ai proprietari di un lotto di almeno due ettari, che abbia determinati requisiti necessari all’attività di una centrale fotovoltaica. La richiesta del bando è di un suolo di almeno ventimila metri quadrati, da acquisire in fitto per venti anni. Oltre a particolari caratteristiche orografiche, il suolo dovrà essere anche privo di vincoli paesaggistici, archeologici e ambientali, non interessato da fenomeni di dissesto e provvisto di una strada di accesso percorribile con mezzi pesanti. Inoltre, il sito dovrà essere ubicato in prossimità di una cabina elettrica o un palo della linea elettrica di media tensione. Gli amministratori attendono la risposta della comunità locale: le proposte che arriveranno, entro la scadenza, alla società napoletana, saranno valutate dai tecnici della «Asmenet Ambiente». «Auspichiamo - evidenzia il sindaco Francescantonio Zamarra - che i cittadini mostrino interesse per un bando che offre una grande occasione di risparmio pure per le casse comunali: l’installazione di una centrale fotovoltaica consentirebbe l’abbattimento delle spese di energia elettrica per tutti gli edifici pubblici presenti in paese e per l’illuminazione pubblica». li.sa.

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