Rifiuti, boom di malattie tra gli addetti alla raccolta

Scoppia il caso Lavajet; 1 dipendente su 5 a casa durante le feste. Lira del Comune: anomalia enorme, no ai ricatti
8 gennaio 2011 - Luigi Roano
Fonte: Il Mattino

Boom di ammalati alla Lavajet e così un pezzo di Napoli - fra i più pregiati - il centro storico resta sporco. La Lavajet è una delle ditte liguri che hanno vinto l’appalto e sostituito Enerambiente. I numeri sono necessari per comprendere l’ampiezza del problema. La media nazionale ritenuta fisiologica di assenza per malattie dal posto di lavoro in questo particolare tipo di aziende è del 6 per cento, Asìa è sotto la media al 5. La Lavajet oscilla fra il 15 e il 20! Una enormità. Soprattutto in un settore come quello dei rifiuti. Infatti si tratta di imprese che non hanno di fatto quadri ma solo manovalanza. Nello specifico la Lavajet ha ereditato da Enerambiente più o meno 200 addetti, tutti raccoglitori. Le assenze per malattia del 15-20 per cento tradotti in cifre raccontano di un operaio su 5 che non lavora. Nella sostanza è impossibile rendere un servizio buono o sufficiente. Il boom di malattie è stato ancora più decisivo nel non dare una Napoli completamente pulita a Natale e non del tutto a Capodanno perché si sono concentrate nei giorni prefestivi e festivi in un periodo dove la produzione di spazzatura aumenta vertiginosamente. Ieri la sporcizia al Corso Umberto e in alcune zone del centro poche decine di tonnellate ma in posti ben visibili ha scatenato una furibonda polemica e una sorta di caccia al responsabile. A Palazzo San Giacomo non sono disposti a fare sconti a nessuno. Così Daniele Fortini, amministratore delegato di Asìa non le manda a dire. «Il comportamento di Lavajet - attacca - andrà sanzionato. Perché intanto siamo intervenuti in supplenza dell’azienda e ci devono pagare il servizio e poi dovranno pagare una penale per il mancato servizio stesso. C’è qualcosa che non va, hanno problemi nell’amministrare l’azienda». Fortini è via via più ficcante: «Le assenze per malattia, in quella quantità sono una enorme anomalia. Bisogna far scattare le visite fiscali a tappeto e non più a campione. Certo può essere che stiano davvero malati tutti, il periodo dell’anno è quello che è, c’è il picco di influenza...». Fortini insiste: «Ci sono molte persone in Lavajet che avevano parenti fra i lavoratori interinali non vorrei che questo boom di malattie fosse legato a una forma di pressione per fare assumere appunto gli interinali. Noi non permetteremo altre assunzioni. Anche perché a fine contratto il servizio passerà in carico ad altri enti non ci saranno più esternalizzazione per il Comune di Napoli». Insomma per Fortini bisogna mantenere fermo il punto, avere la linea del rigore e non cedere. «Siamo consapevoli che la Lavajet è poco incline a cedere alle pressioni e ne siamo felici, l’azienda deve sapere che noi saremo sempre al loro fianco». Sul fronte politico sono ancora scintille fra Comune e Regione, le preoccupazioni del sindaco Rosa Russo Iervolino su dove conferire i rifiuti a partire dall’11 hanno scosso l’ente di Santa Lucia che non ci sta. L’assessore all’Ambiente Giovanni Romano spiega come stanno le cose dal suo punto di vista: «Le preoccupazioni del sindaco sono non giustificate. Sappiamo bene che le responsabilità dei flussi sono nostre e non ci sottraiamo al ruolo di coordinamento. La Iervolino, cui sono state date rassicurazioni da parte di Palazzo Chigi, sa che può contare sull’ufficio flussi che sta svolgendo il proprio compito proprio garantendo al Comune la possibilità di conferire ogni giorno 450 tonnellate in più rispetto alla produzione giornaliera». Romano poi lancia il suo j’accuse collegato in qualche modo alla questione delle malattie fantasma. «Il vero peccato - spiega - è quando questa possibilità non viene sfruttata da Asia, come è purtroppo accaduto ieri mattina: sulle 850 tonnellate da conferire alla discarica di Chiaiano, ne sono state sversate solo 550 in meno». Secondo l’assessore è arrivato il momento di ricostruire la filiera dei doveri e della leale collaborazione istituzionale».

 

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