Ok al piano: due discariche per l'emergenza
Il piano c'è ora bisogna metterlo in pratica in tempi strettissimi. Dal vertice di Palazzo Chigi presieduto dal sottosegretario alla Presidenza del consiglio Gianni Letta con Regione ed enti locali c'è finalmente un dato strutturale salutato con grande favore dalpresidente della Repubblica Giorgio Napolitano che nei giorni scorsi ha avuto con Letta una intensa telefonata nel corso della quale ha chiesto informazioni su come fare uscire Napoli e la Campania dall'emergenza rifiuti. Il piano dunque. In cosa consiste? Due discariche, una a Visciano nel nolano e l'altra è la riapertura di Macchia Soprana. Ma se ne cerca un'altra ancora nella provincia di Napoli. E i cosiddetti impianti intermedi. Napoli ne avrà due: un sito di trasferenza e un impianto di trattamento meccanico di rifiuti solidi urbani, che trasforma il tal quale in energia. Non è finita qui. Le quattro province dovranno «offrire» solidarietà a Napoli per due motivi: nel decreto post emergenza in discussione al Senato sarà presentato un emendamento con il quale questa - diciamo così - solidarietà verrà espressamente richiesta; e poi perché in cambio avranno dei ristori economici in opere pubbliche. Il documento è stato firmato da tutte le componenti ed è questa la novità politica di rilievo. Il regista dell'operazione, oltre Letta, è stato il governatore Stefano Caldoro. Al vertice ha partecipato il ministro Stefania Prestigiacomo, titolare del dicastero dell'Ambiente che ha messo a disposizione i tecnici per definire nei dettagli il piano. «Entro il 15 - racconta Caldoro - puliremo la provincia, sul piano dico che ci sono i presupposti per andare avanti bene, servono tre anni per avere tutti gli impianti e andare a regime ma tutti sappiamo come procedere. Le Province manterranno gli impegni, e poi ci sono i flussi da mandare fuori regione. Per 8-9mesi , il tempo per mettere in campo le discariche e gi impianti intermedi non dovremmo avere problemi. Ringrazio il governo e il presidente Napolitano per la grande attenzione su questo problema». Il sindaco Rosa Russo Iervolino è serena: «La riunione è stata molto più complicata della precedente. Napoli avrà il suo impianto di trasferenza non è una tragedia, noi daremo una mano a individuare il sito altri, la Regione nominerà il commissario per la gestione. Ringrazio il presidente della Provincia di Caserata che si accollerà i rifiuti fino al 10. Entro quella data tutti gli accordi dovranno essere chiusi pena il ritorno alla crisi». Napoli dunque avrà la sua stazione provvisoria che servirà per raggruppare i rifiuti in solo punto e mandarli poi più rapidamente nei siti di lavorazione. Le province nella sostanza aiuteranno il capoluogo lavorando un maggiore quantitativo di rifiti in modo da ottimizzare al meglio i loro impianti spesso sottostimati. In compenso non avranno nuove discariche, cosa che temevamo molto soprattutto ad Avellino. «Mi sembra un buon piano - spiega Cosimo Sibilia presidente della Provincia di Avellino - noi porteremo nelle discariche non irpine più rifiuti e faremo lavorare di più i nostri dipendenti». Il grande punto interrogativo al piano sono i 600 milioni di euro di debiti che hanno i Comuni, tranne Napoli, e le società che devono gestire lo smaltimento. Lunedì ci sarà una riunione con il ministro Giulio Tremonti e il presidente della Regione quello della Provincia di Napoli affiancato dai colleghi Domenico Zinzi, Edmondo Cirielli, Cosimo Sibilia e Aniello Cimitile rispettivamente presidenti di Caserta, Salerno, Avellino e Benevento sulla questione. Nella sostanza o Tremonti concede deroghe al patto di stabilità o concede a questi enti di contrare mutui per pagare i debiti altrimenti a rischio ci sono gli stipendi e il piano si bloccherebbe.