Sito di Terzigno, addio al presidio con un grande rogo
"C'è troppa indifferenza"
Terzigno. Il presidio contro la discarica nel Parco Vesuvio non c'è più. Non ci saranno più notti all'addiaccio ad aspettare i camion diretti alla Sari e tanto meno i tentativi, sempre più disperati, di fermarli o controllarli. Le poche decine di irriducibili che, fino alla notte scorsa, continuavano a stazione dalle parti della rotonda di via Panoramica, teatro in passato di duri scontri, hanno deciso di tornare a casa. Lo hanno fatto in maniera eclatante, sfasciando le suppellettili di quello che fino a quel momento era stato il loro quartier generale. Poi hanno dato tutto alle fiamme ed hanno esposto uno striscione: «Per la vostra indifferenza il presidio muore». Un gesto di scoramento, dunque, ma anche un preciso atto d'accusa all'indirizzo di istituzioni e cittadini che, col passare dei giorni, erano sempre meno numerosi. Si chiude, così, il sipario su una delle proteste più clamorose degli ultimi decenni nell'area vesuviana. Una mobilitazione che era stata capace di attirare l'attenzione di giornali e tv di tutto il mondo. Sempre più lontani i tempi della guerriglia, dei camion incendiati, della violenza ma anche della partecipazione piena e sentita, che aveva finito col coinvolgere migliaia di persone di tutta l'area vesuviana. Chiusa la cava Vitiello, limitato l'uso della Sari ai 18 Comuni della zona rossa, la protesta contro la discarica di Terzigno era diventata poco più che simbolica. Da ieri, nemmeno i simboli sono rimasti. Tra i comitati ora serpeggia la delusione. Spiega Rosaria: «Io sono una mamma che non ha mai mollato. Anche a Capodanno, con la mia famiglia, ero qui a brindare per un anno nuovo diverso da quello trascorso, non mi sono arresa, ma sono stanca di trascurare i miei figli. D'altronde c'è chi se ne frega e qui non è mai venuto». Aggiunge invece Stefania Spisto, che appena qualche giorno fa si era inventata il calendario della rotonda, con gli scatti che documentavano un anno di proteste e dissensi: «Non accetterò mai l'ingiustizia inflitta alla mia terra. Ma se il popolo non ha partecipato più vuol dire che questa ingiustizia lo lascia indifferente». Anche il consigliere comunale di Boscoreale Francesco Paolo Oreste esprime la sua solidarietà ai manifestanti che hanno smantellato il presidio e commenta ironico: «Vincono il Generale Inverno e la Generale Indifferenza». La notte scorsa, peraltro, si è verificato l'ennesimo tentativo di fermare gli autocompattatori per controllare che contenessero soltanto rifiuti autorizzati a finire nella discarica di Terzigno. Ma le forze dell'ordine hanno avuto la meglio sull'esiguo numero di manifestanti. Anche questa circostanza, probabilmente, ha spinto la gente a chiudere i battenti del presidio nonostante, spiegano gli stessi comitati, la battaglia per la bonifica del territorio sia destinata a proseguire. Dice Franco Matrone, portavoce della rete dei comitati: «Anche se di notte non ci saranno più cittadini, noi continueremo a vigilare sulla discarica e a denunciare tutti gli illeciti che riscontreremo».