"Pozzi cancerogeni, sversat i i fanghi dell'Acna"

Dossier dei geologi per la Dda: falde compromesse nel Giuglianese. Si indaga anche su Pianura
24 dicembre 2010 - Daniela De Crescenzo
Fonte: Il Mattino

L'area dell'indagine Sopravvivere tra Giugliano e Villa Literno è un’impresa ad alto rischio. Sostanze cancerogene o comunque pericolose per la salute umana, a cominciare da quelle dell’Acna di Cengio, furono sversate in tutte le discariche della terra dei fuochi, non risparmiando nemmeno Pianura e Ischitella. Lo aveva raccontato il pentito Gaetano Vassallo, lo conferma la perizia del geologo Giovanni Balestri, incaricato dalla Dda di Napoli di verificate le dichiarazioni del collaboratore di giustizia. Campionamenti, riscontri, analisi di laboratorio. Dopo mesi e mesi di lavoro l’esperto conferma la prima relazione svolta (quella sull’area Resit) e conclude che il disastro ambientale ha compromesso mortalmente le falde: l’acqua dei pozzi tra Giugliano e Castelvolturno può uccidere l’uomo che la usa per dissetarsi. Il geologo scrive: «L’inquinamento dell’acqua di falda intermedia comporta...in presenza di sovrasfruttamenti ... se ingerita, il rischio di effetti cancerogeni». Sostanze killer si ritrovano nei pozzi dell’intera piana giuglianese e quelle acque utilizzate costantemente per irrigare la frutta costituiscono comunque un grave pericolo per la salute umana. Una situazione senza ritorno. Soprattutto per le aree dell’ex Resit di Cipriano Chianese e della Novambiente dei fratelli Vassallo che sarà molto difficile bonificare. Tanto che il tecnico consiglia «fermamente» il «completo isolamento (del tipo a barriera fisica) di questi due invasi». Insomma, per limitare il contagio, bisognerebbe recintare e murare le fosse riempite per quasi trenta anni da veleni di ogni tipo. In particolare andrebbero isolate le sostanze sversate dall’Acna di Cengio, l’industria produttrice di coloranti chiusa dopo la protesta degli operai proprio perché pericolosa. Una protesta che sbarcò perfino al giro d’Italia e al Festival di Sanremo. Ma mentre i lavoratori liguri scendevano in piazza l’azienda inviava in Campania i fanghi pericolosi. Ora Balestri ipotizza che l’impresa abbia violato il divieto di miscelare i fanghi. E infatti scrive: «Riteniamo che tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90, con la necessità di smaltire centinaia di migliaia di tonnellate di rifiuti provenienti dallo stabilimento Acna di Cengio, in fase di chiusura per vicende legate alla sicurezza degli impianti, siano arrivate gran quantità di rifiuti nelle discariche campane, molto sensibili a risolvere certi problemi di ”smaltimenti veloci a prezzi bassi”». Non sono stati, però, solo gli imprenditori malavitosi ad avvelenare la Campania. Lungo l’elenco delle possibili violazioni commesse secondo il geologo da Fibe, la società che ha gestito alcuni siti e che ha realizzato gli impianti di Cdr e il termovalorizzatore di Acerra. L’azienda del gruppo Impregilo non solo avrebbe gestito male le discariche, ma non avrebbe nemmeno provveduto bonificarle e a comunicare le situazioni di pericolo. Situazione rimasta invariata anche quando gli invasi della camorra finirono nelle mani dello Stato: sia il commissariato di governo che i vertici dei consorzi di bacino 1 e 3 di tutto si sarebbero preoccupati tranne che della nostra salute. L'area dell'indagine

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