Castelvolturno, laghi riempiti con scorie tossiche

Le perizie confermano i sospetti sull'area del resort sotto sequestro
24 dicembre 2010 - Rosaria Capacchione
Fonte: Il Mattino

L’incredibile si materializza nella veste fotografica di vecchi scatti in bianco e nero, oppure nei rilievi dall’alto fatti durante l’ispezione della commissione antimafia e quella dei parlamentari che indagano sulle ecomafie. L’obiettivo inquadra le draghe ancora in azione, i camion che trasportano i materiali inerti destinati alla colmata del laghetto artificiale, qualche operaio. Il resort è in costruzione, il cantiere è ben visibile anche dall’alto. La qualità degli inerti invece no, ma l’oggetto dei due sopralluoghi - datati 1997 e 1998 - è proprio la verifica dell’attività di smaltimento illegale di rifiuti negli invasi artificiali che si sono formati con il riaffioramento della falda, dopo gli scavi intensivi della sabbia. Castelvolturno, località Mezzagni. Oggi, in quell’area c’è il resort Hyppo Kampos, sequestrato alcuni mesi fa a Sergio Pagnozzi. La Dda di Napoli ha ipotizzato, grazie alle indicazioni degli investigatori e di alcuni collaboratori di giustizia, primo tra tutti Raffaele Piccolo, che in realtà la grande struttura turistica costruita tra via dei Diavoli e via Fiumicelle appartenga, a Nicola Schiavone, il figlio del boss casalese conosciuto come Sandokan. Il Riesame ha confermato il decreto del pm Antonello Ardituro. La perizia tecnica del geologo toscano Giovanni Balestri, commissionata dai pm Alessandro Milita e Giuseppe Narducci nell’ambito del procedimento a carico di Cipriano Chianese, titolare della Resit, ha invece dimostrato quanto era già parzialmente visibile attraverso le vecchie immagini fotografiche; quanto era stato ipotizzato nel lontano 1991, dopo l’intossicazione da rifiuti radioattivi dell’autotrasportatore Mario Tamburrino; quanto aveva detto nel 1993 il pentito Carmine Schiavone e cercato, cinque anni dopo, i sommozzatori dei carabinieri con l’ausilio del robot sommergibile Pluto. Cioè, che l’invaso era stato parzialmente riempito dai rifiuti smaltiti illegalmente. Lo ha ripetuto nel 2008 colui il quale aveva personalmente trasportato le scorie tossiche fino ai laghetti di Mezzagni, Gaetano Vassallo, l’imprenditore che ad aprile del 2008 ha iniziato a collaborare con la giustizia facendo anche riaprire le indagini a carico del coordinatore regionale del Pdl, Nicola Cosentino. Vassallo, nel verbale del 30 luglio 2008, ha specificato: «....si trova a Castelvolturno ed è nel luogo ove è stata realizzata successivamente una discoteca piuttosto nota, l’Hyppo Kampos (...) gli altri due invasi poco distanti sono stati interamente riempiti dai rifiuti. Su uno di questi è stata realizzata la discoteca proprio insistente sulla discarica poi colmata». L’area indicata coincide con quella destinata a sala meeting, quella limitrofa è il lago destinato ad attività agonistiche come lo sci d’acqua. Lo stesso scherzetto, ha raccontato Vassallo, è stato fatto nel laghetto poi trasformato in pista di kart, probabilmente la pista regalata dal boss Francesco Bidognetti al figlio Gianluca, in carcere per il tentato omicidio della zia e della cugina, fatto commesso all’epoca delle stragi setoliane. La scoperta della discarica sommersa risale, dunque, a due anni fa. Ma, in realtà, era tutto già noto ed esplorato, pur in totale assenza di risultati utili. Singolarmente, anche le indagini chimiche sulla qualità dell’acqua avevano mascherato la situazione. L’ultima volta un anno fa, nel 2009, nonostante i boatos che arrivavano da ambienti comunali e che alcuni mesi prima, agli inizi dell’estate, avevano anticipato la chiusura dell’Hyppo Kampos per grave inquinamento dell’invaso. Analisi ripetute da Balestri e che hanno evidenziato, invece, l’inquinamento chimico delle acque dei laghi artificiali. L’ipotesi, che in questo periodo stanno esplorando gli investigatori, è che i risultati delle analisi siano stati truccati per evitare danni alla struttura sportiva e ricreativa e, soprattutto, alle casse del clan dei Casalesi.

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