Rifiuti, lo scontro arriva in consiglio provinciale

Manifestazione a Palazzo Cracciolo. Il governo prolunga gli Ato, braccio di ferro sull'Alto Calore
23 dicembre 2010 - l.s.
Fonte: Il Mattino

La quiete prima della tempesta. Resta il muro contro muro tra «IrpiniAmbiente» e sindacati. E mentre la società è intenzionata - anche su indicazione del presidente della Provincia, Cosimo Sibilia - a proseguire lungo il percorso intrapreso senza esitazioni, le organizzazioni di categoria hanno convocato per questo pomeriggio tutti i lavoratori nei pressi di Palazzo Caracciolo. Le maestranze manifesteranno, in strada, il proprio dissenso - rispetto alla querelle contrattuale apertasi - durante i lavori del consiglio provinciale. La risoluzione della vertenza rifiuti - dopo il botta e risposta tra sindacati e «IrpiniAmbiente» che ha alimentato lo scontro e chiuso, sul nascere, una trattativa appena riaperta - resta molto lontana. I passi in avanti del soggetto unico di gestione non sono bastati. Le parti restano distanti su un elemento essenziale: il contratto. Se i vertici di «IrpiniAmbiente» evidenziano la necessità di adottare il contratto Fise - perché previsto dal piano industriale - i sindacati non ammettono deroghe rispetto alla richiesta di Federambiente. A nulla è servita neanche l’ammissione dei rappresentanti della società provinciale che hanno ribadito come «nell’ultimo incontro è stata motivata con dati di fatto, per profili procedurali, tecnici e giuridici, l’impossibilità di aderire all’applicazione del contratto Federambiente». «I lavoratori - evidenziano i sindacati - chiedono che venga confermata la loro attuale posizione contrattuale, nient’altro». Anche rispetto alla possibilità di trovare un accordo armonizzando le differenze tra i due contratti non sembrano esserci possibilità: «Quello Fise non lo prendiamo neanche in considerazione» è la risposta lapidaria del segretario della Cgil, Vincenzo Petruzziello. La battaglia non è solo dei lavoratori dell’Asa. Con una nota inviata all’amministrazione provinciale e al soggetto unico di gestione, una grossa fetta - poco meno del 50% - dei dipendenti dell’Av2 ecosistema conferma anch’essa la richiesta dell’applicazione del contratto Federambiente. Se, dunque, sembrano superabili gli altri ostacoli che avevano infiammato il contrasto tra le parti, appare insormontabile - e rischia di far saltare il banco - la questione contrattuale. La partita, in ogni caso, potrebbe sbloccarsi, in qualsiasi direzione, da un momento all’altro. In questo senso, la giornata di oggi appare cruciale per la definizione della vertenza e per il futuro della gestione del comparto rifiuti. Senza un’intesa nella trattativa, si rischia una falsa partenza della provincializzazione. Ne è convinto il presidente Sibilia, pronto a mettere tutto in discussione, dal punto di vista politico, in caso di voci fuori dal coro provenienti soprattutto dai banchi della maggioranza. Il numero uno di Palazzo Caracciolo auspica - dal consiglio che si riunirà questo pomeriggio - una levata di scudi quasi generale a sostegno della posizione assunta da provincia e «IrpiniAmbiente». I sindacati, nel frattempo, hanno annunciato una manifestazione per sollecitare i capigruppo del parlamentino a un’assunzione di responsabilità: «Se il problema per l’applicazione del contratto Federambiente - dicono - sta nel piano industriale approvato dal consiglio generale, questo può essere rivisto attraverso l’impegno dei capigruppo». La manifestazione - che si terrà in concomitanza con i lavori del parlamentino - avrebbe dovuto concludersi con una celebrazione religiosa presieduta da Don Vitaliano Della Sala per la quale non è, però, arrivata l’autorizzazione della Questura: per celebrazioni religiose all’aperto è necessario, infatti, un preavviso maggiore. «Siamo fiduciosi - spiega il responsabile del settore rifiuti della Uil, Michele Caso - che il buon senso prevalga. Del resto, neanche la Fiat su Pomigliano è andata alla ricerca di tagli, ma ha operato sulla produttività: ”IrpiniAmbiente” rischia di assumere una posizione più oltranzista rispetto a quella del Lingotto».

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