«Mandiamo i guaglioni date addosso alla polizia»

L’ombra della camorra dietro gli incidenti: dalle conversazioni emerge il coinvolgimento del clan Lo Russo negli atti di teppismo
26 maggio 2008 - giu.cri.
Fonte: Il Mattino

Il filone d’indagine è già aperto da tempo e all’inchiesta lavora la Direzione distrettuale antimafia di Napoli, guidata da Franco Roberti. Oggetto: le giornate di fuoco scandite dalla mobilitazione del quartiere Chiaiano, sfociate anche in aperti scontri di piazza. L’ombra della camorra torna a fare capolino nell’emergenza rifiuti. Com’era già stato, in fondo, per un’altra emergenza, quella di Pianura all’inizio dell’anno. Le segnalazioni contenute in alcune informative consegnate da polizia e carabinieri alla Dda indicavano che a soffiare sul fuoco della protesta ci sarebbero stati alcuni clan di camorra attivi nell’area nord di Napoli. E dunque prefiguravano il seguente scenario: accanto a cittadini che manifestavano civilmente per i propri diritti, si sarebbe mosso un gruppo legato alla criminalità organizzata. Decisive, ancora una volta, ai fini della raccolta di elementi probatori, sarebbero state alcune conversazioni intercettate dalle forze di polizia giudiziaria che in quel periodo presidiavano il territorio. Conversazioni il cui contenuto sarebbe chiarissimo. E che consentono di ricondurre alcuni atti di teppismo al potente cartello dei Lo Russo di Miano e Capodimonte. Il fascicolo è stato affidato al sostituto procuratore Sergio Amato, già titolare delle principali indagini contro i cartello dei cosiddetti «capitoni». Ecco alcune conversazioni che tengono in stato di allerta il pool anticamorra: «Mandiamo i guaglioni a fare bordello; date addosso alla polizia; quando c’è gente andate a picchiare le guardie». Un piano organizzato per esasperare gli scontri, per usare la rabbia popolare come forza d’urto, dunque. In questi ultimi giorni il lavoro degli inquirenti non si è fermato. Anzi, si sarebbe arricchito di ulteriori tasselli che dimostrerebbero come quelle informative di polizia giudiziaria avessero visto nel giusto. Gli inquirenti hanno anche visionato numerosi filmati registrati da personale della Digos e ascoltato alcuni testimoni. Lo scenario che si starebbe delineando, insomma, appare preciso: e se pure non si può ancora parlare di una «regia» criminale, se pure è ancora prematuro ipotizzare una strategia della tensione organizzata e diretta dalla camorra per opporsi all’apertura della discarica di Chiaiano, appare chiaro tuttavia che un ruolo non secondario negli scontri e nella manifestazioni di protesta esasperata nel quartiere che continua a dire no all’apertura del sito indicato dal governo lo abbia svolto proprio la criminalità organizzata. Un copione non del tutto dissimile da quello già scritto in un altro quartiere della città, a Pianura. Le indagini proseguono e puntano ora a individuare i protagonisti che avrebbero fatto le telefonate intercettate e che avrebbero manovrato e alimentato la protesta dei cittadini.

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