Battaglia di Chiaiano, aperte due inchieste
I fatti di Chiaiano visti sotto la lente d’ingrandimento degli investigatori confluiscono in due voluminosi dossier stilati dalla Digos e dai carabinieri. Rapporti dettagliati che ricostruiscono la «verità giudiziaria» degli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine. I fascicoli confluiranno nelle prossime ore in Procura, dove sarebbe già pronto un pool di magistrati voluto dal procuratore Giovandomenico Lepore: una squadra di pm che diventeranno titolari di un’inchiesta che dovrà riuscire a dare un volto e un nome ai protagonisti della rivolta dei giorni scorsi, dei blocchi stradali e delle aggressioni alle forze dell’ordine. Di più. C’è un aspetto ancor più delicato sul quale la magistratura inquirente vuol far luce: quello dei presunti condizionamenti e delle infiltrazioni di elementi legati alla criminalità organizzata nei disordini che si sono sviluppati intorno alla «cava del poligono». Ma in queste che sono ore di attesa e di nuove fibrillazioni che scuotono la piazza, il ruolo della Procura assume una funzione centrale. Perché i pubblici ministeri, proprio alla luce dei rapporti che in queste ore vengono consegnati all’Ufficio inquirente dai carabinieri del nucleo operativo e dagli agenti della Digos decideranno, di volta in volta e caso per caso, quale ipotesi di reato contestare. Lo scenario appare ancora molto confuso e la sensazione è che il ventaglio di ipotesi di reato sia ampio: si andrebbe dalla semplice resistenza a pubblico ufficiale alle lesioni, fino ad arrivare (sia chiaro, per ora sono solo indiscrezioni) a ipotesi decisamente più pesanti, a cominciare dalla devastazione, reato che da qualche tempo è di competenza della sezione Antiterrorismo. In questo clima di attesa c’è poi da prendere in considerazione l’altro aspetto venuto alla luce sabato, in occasione del summit svoltosi in Procura, tra il capo dell’ufficio Giovandomenico Lepore, i suoi aggiunti e il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso. Il decreto numero 90 (misure urgenti per la Campania in materia di rifiuti) varato dal governo attribuisce - tra l’altro - al procuratore di Napoli una supercompetenza: quella, a livello regionale, di tutti i reati commessi nell’ambito dell’emergenza rifiuti. Come ha sottolineato lo stesso Lepore, per far fronte alla mole di fascicoli che stanno giungendo da ogni Procura della Campania (al momento il numero si aggirerebbe sulle 1000 unità) servono uomini e mezzi. Risorse indispensabili a far funzionare la macchina investigativa. Già da stamattina Lepore affronterà l’argomento, studiando la possibilità di applicare magistrati del suo ufficio che prestano servizio in altre sezioni e che verranno temporaneamente trasferiti alla sezione «Ecologia», diretta dal procuratore aggiunto Aldo De Chiara.