San Tamaro, spunta l'ipotesi di ampliamneto

L'attuale capacità residua dell'impianto è stimata in 800mila tonnellate
21 dicembre 2010 - Lorenzo Calò
Fonte: Il Mattino Caserta

Un possibile ampliamento della discarica Maruzzella di San Tammaro. L’ipotesi è stata discussa riservatamente nei giorni scorsi durante i lavori preparatori del piano regionale sui rifiuti fra la struttura tecnica di missione e la Regione Campania. E l’eventualità, tutt’altro che peregrina, parte dalla valutazione della situazione attuale e dall’analisi di alcuni scenari, anche di emergenza, che potrebbero affacciarsi in Campania e, di conseguenza, in provincia di Caserta nei prossimi 13-15 mesi. Ecco perché dagli elaborati tecnici del pool coordinato dal ganerale Mario Morelli, è saltata fuori l’opzione di un possibile ampliamento del sito di San Tammaro. Attualmente infatti la capacità residua dell’impianto è valutata in circa 800 mila tonnellate senza però tener conto che dentro Maruzzella, secondo i piani approvati dalla ex struttura commissariale guidata da Guido Bertolaso, dovrebbero confluire anche i rifiuti della discarica di Ferrandelle, chiusa l’anno scorso, e cioè circa 500 mila tonnellate. In questo caso, dunque, la capacità dell’invaso di San Tammaro si ridurrebbe ancora di più. Nelle previsioni operative va inclusa anche la disponibilità residua della piazzola tuttora in utilizzo (siamo a circa 100 mila tonnellate) ma i tecnici sono già al lavoro per la realizzazione di altre vasche che saranno pronte entro pochi mesi. Insomma, al momento scenari di crisi per la provincia di Caserta non ce ne sono anche perché la dotazione impiantistica provinciale viene considerata adeguata. E questo anche in considerazione del fatto che, ogni giorno, allo Stir di Santa Maria Capua Vetere arrivano 500 tonnellate di immondizia dal Napoletano. E sarà così fino al prossimo 26 dicembre in base all’accordo sottoscritto tra la Regione Campania e la Provincia di Caserta. Questo anche per consentire alla città di Napoli una maggiore elasticità dovuta all’aumento dei volumi di immondizia calcolati proprio in particolare in questa settimana, in coincidenza con le festività natalizie. Nella giornata di domenica lo Stir di Santa Maria è rimasto chiuso (per verifiche tecniche), da ieri l’impianto ha ripreso a funzionare. La disponibilità «parziale» dello Stir di Santa Maria è il solo contributo di «solidarietà» concesso dalla Provincia di Caserta alla critica situazione napoletana. Lo stesso presidente della Provincia, Domenico Zinzi, ha più volte precisato che «i rifiuti da Napoli andranno soltanto allo Stir, e solo nella misura in cui quelli che entrano nell’impianto «compensano» quelli in uscita. Altrimenti, non autorizzerò più nulla». In questo modo la Provincia di Caserta intende «preservare» l’invaso di Maruzzella «che deve servire - ha sottolineato ancora Zinzi - unicamente alle necessità del territorio. Se lo ingolfiamo con i rifiuti di Napoli, la sua capienza si esaurirebbe presto pregiudicando l’autonomia gestionale, nel ciclo dei rifiuti che, come istituzione provinciale, stiamo cercando di raggiungere. Per questo motivo, l’unica soluzione percorribile è quella dello Stir di Santa Maria, che risulta al momento utile non solo sotto il profilo tecnico-gestionale ma anche economico». E dunque tutto ruota attorno ai margini operativi della discarica di San Tammaro (chiusura prevista nel 2012), fermo restando lo svuotamento di Ferrandelle. Ma - ed è questa un’altra ipotesi su cui si sta lavorando - la discarica di Santa Maria la Fossa potrebbe per il momento non essere svuotata: l’operazione verrebbe così rinviata dopo l’ampliamento di Maruzzella che andrebbe a estendersi in parte, secondo il progetto, anche all’area su cui oggi insiste un altro invaso (Maruzzella 1). La tempistica - fanno sapere dalla struttura di missione - è fondamentale: ecco perché si sta lavorando alacremente per completare la realizzazione, sempre a San Tammaro, del sito di compostaggio. Dovrebbe essere pronto entro maggio. Con un forte beneficio economico: si risparmieranno 200 euro a tonnellata. Tanto costa oggi smaltire l’umido nei siti in provincia di Padova e in Sicilia.

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