Acerra di nuovo a pieno regime cento giorni dopo riapre la terza linea
Ma è ancora polemica sui ristori
Acerra. L’inceneritore di Acerra funziona di nuovo a pieno regime. Ieri mattina i tecnici della Partenope Ambiente hanno riavviato la terza linea ferma da oltre tre mesi e mezzo per lavori di manutenzione. In funzione ci sono ora tutti i tre forni che bruciano le 2100 tonnellate di rifiuti previste come soglia massima di utilizzo dell'impianto. Soddisfazione tra i vertici della società lombarda che sono riusciti a rispettare i tempi previsti per la riparazione della terza linea a cui è stato rifatto completamente il rivestimento della caldaia danneggiata. Ma è subito polemica. «Ancora una volta Acerra contribuisce ad alleviare l'emergenza rifiuti in Campania, ma come al solito non riceve nulla in cambio», sbotta il sindaco di Acerra Tommaso Esposito. Con l'entrata in funzione del terzo forno si alleggerisce il lavoro degli Stir campani che da ieri possono conferire nell'inceneritore altre 700 tonnellate di rifiuti in più che finora erano destinati alle discariche o ai siti di stoccaggio provvisori. Ma il primo cittadino Esposito mastica amaro perché non ha ricevuto ancora i ristori ambientali promessi (oltre tre milioni e 200mila euro all'anno per un totale di circa 16 milioni di euro) e non è stato ancora ricevuto dai presidenti della Regione e della Provincia, Stefano Caldoro e Luigi Cesaro a cui aveva scritto una lettera. «Avevamo chiesto di essere esonerati dal pagamento delle quote di smaltimento dei nostri rifiuti presso lo Stir di Caivano e controlli sull'impatto ambientale dell'inceneritore, sullo smaltimento delle sue scorie e sul viavai continuo dei tir diretti all'impianto, ma finora non abbiamo avuto alcuna risposta», spiega il sindaco Esposito che rivendica anche la ristrutturazione della casina Spinelli e l'annesso parco archeologico naturalistico, l'allestimento del museo civico archeologico e gli sgravi fiscali sulle bollette elettriche e sulla Tarsu nonché l'assunzione di manopera locale così come prevedeva l'accordo di programma sottoscritto dal premier Berlusconi a marzo dell'anno scorso. Il termovalorizzatore dall'inizio dell'anno ha trattato 480mila tonnellate di rifiuti sui 600 mila previsti entro il 31 dicembre. Ma il nodo resta ancora quello sulle emissioni in atmosfera: «Al di sotto dei limiti fissati per legge», secondo Partenope Ambiente; «Analizzate senza soluzione di continuità dall'Arpac e quindi inattendibili», secondo il Comune ed i comitati ambientalisti. I tre forni di combustione si sono fermati più volte da quando è stato inaugurato l'impianto nel marzo dell'anno scorso. Numerosi problemi tecnici non hanno consentito all'inceneritore di lavorare per lunghi periodi a pieno regime. Le pareti delle tre caldaie a turno sono state corrose dalle alte temperature con cui si è costretti a bruciare i rifiuti troppo carichi di umidità. Per ovviare a tale problema è stato realizzato per il momento solo sulla linea tre un costoso rivestimento alla caldaia con una superlega di nichel e cromo. Per le altre due si opererà nei prossimi mesi con probabili nuovi stop.