Tassa rifiuti aumento record In un anno +60%
Beffa per i cittadini sommersi dai cumuli
È arrivato ora anche uno studio a ratificare che a Napoli c’è la Tarsu più cara d’Italia, con la beffa per i napoletani di avere subito un aumento del 60 per cento mentre è ancora in corso una crisi che sporca tutta la città. A Napoli la monnezza è oro, anche per gli enti locali. Come la Provincia che attraverso Sapna ha piazzato l’ultimo 10 per cento perché si è accorta che lo smaltimento dei rifiuti, se affidato a una società anche pubblica, va applicata l’Iva appunto del 10 per cento. Napoli sarà pure una «carta sporca» ma sui rifiuti in tanti si arricchisacono e fanno cassa. Il confronto con le altre città d’Italia rende bene l’idea. A Napoli, la spesa annua per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani ammonta a 453 euro, quasi il quadruplo rispetto alla città meno cara d’Italia, Isernia (122 euro). Senza considerare che la Tarsu potrebbe impennarsi ancora di più se entro l’anno che arriva non si piazza un buon risultato sulla differenziata, ovvero arrivare almeno al 40 per cento. È quanto emerge da uno studio realizzato dall’«Osservatorio prezzi & tariffe di Cittadinanzattiva». L’indagine analizza il servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani in termini di costo sopportato da una famiglia-tipo di tre persone con reddito lordo complessivo di 44mila 200 euro e una casa di 100 metri quadri. Nel paniere sono stati messi tutti i capoluoghi di provincia. Tra i 10 con le tariffe più alte, 8 sono al Sud mentre solo uno, Trieste, è del Nord (309 euro). In generale, la media annua più alta si registra in Campania (364 euro), la più bassa in Molise (131 euro), a dimostrazione di una marcata differenza tra aree geografiche del Paese che trova conferma anche all’interno di una stessa regione. In Campania, la Tarsu ad Avellino è di ben 262 euro inferiore rispetto a quella pagata a Napoli, mentre in Calabria la Tarsu pagata a Crotone è di 143 euro più alta di quella pagata a Vibo Valentia. Cinque le città che hanno fatto registrare incrementi record, superiori al 20%: Napoli (+60,1%), Reggio Calabria (+57,4%), Benevento (+44%), Trapani (+34,7%) e Pescara (+21,3%). In altre nove città, gli incrementi sono superiori al 10%. Inoltre, da gennaio 2000 a dicembre 2010, secondo dati Istat, l’incremento registrato a livello di tariffe rifiuti è stato del 61%. «Napoli insegna: appena è esploso il caos rifiuti nel 2008, l’amministrazione ha subito annullato la disposizione del regolamento comunale che di fatto prevedeva la riduzione del 60% della Tarsu nei casi di gravi inadempimenti nella gestione del servizio» l’amaro commento dello studio di Cittadinanzattiva.