Stop alla ditta di Chiaiano, indaga l'Antimafia
Discariche a Chiaiano e a Savignano Irpino, si muove il pool anticamorra della Procura di Napoli. Strategia di alto profilo, chiaro il target investigativo: pochi giorni dopo la decisione della Prefettura partenopea di notificare l’interdittiva antimafia a carico della ditta Ibi, anche la Procura del Centro direzionale ha deciso di accendere i riflettori. Una mossa per molti versi doverosa, scontata, che va ricondotta al clima di trasparenza imposto ai rapporti tra pubblico e privato, specie in materia di smaltimento di rifiuti. Tutto in poche ore, dunque. Il pallino è nelle mani del procuratore aggiunto Rosario Cantelmo, a capo delle indagini anticamorra che investono parte del Napoletano e dell’intera area irpina. Facile in questo caso intuire le mosse degli investigatori, che a partire da domani mattina potrebbe acquisire la interdittiva antimafia spiccata dalla Prefettura, e valutare le informative che stanno alla base di un provvedimento tanto drastico. Com’è noto, alla base dello stop alla Ibi c’è una valutazione del «gia» - gruppo investigativo interforze che ha sede nel palazzo di governo di piazza Plebiscito - che ha evidentemente passato al setaccio tutte le attività imprenditoriali del gruppo nel settore dello smaltimento dei rifiuti. Vicenda complessa, che ora però fa registrare le contromosse da parte dei legali della stessa Ibi. Due le partite da giocare in campo difensivo: sul tavolo della giustizia amministrativa e su quello più strettamente penale. Ma andiamo con ordine, a ripercorrere il braccio di ferro che è in corso proprio mentre Regione e Provincia definiscono un nuovo appalto per la gestione delle due gole regionale. In prima battuta, è stato l’avvocato Erra a presentare il ricorso al Tar e a ottenere la fissazione di una camera di consiglio per i primi di gennaio, riuscendo a strappare anche il deposito ad horas delle informative elaborate dai «detective» della Prefettura. Diverso il lavoro sul fronte penale, invece, dal momento che ora tocca all’avvocato Gennaro Lepre consegnare sentenze di assoluzione e decreti di archiviazione per le vicende che hanno spinto la Prefettura a firmare lo stop ai lavori della Ibi. Il resto andrà invece letto alla luce delle prossime mosse della Procura di Napoli. Domani mattina, infatti, l’incontro tra il capo della Dda di Napoli Cantelmo e il prefetto di Avellino, con una probabile delega alla pg per acquisire interdittiva e informative e per avviare verifiche e accertamenti. Ma in attesa di ricorsi, istruttorie e chiarimenti, chi gestisce le discariche di Chiaiano e di Savignano? Cosa accade delle due grandi gole regionali? Al momento la Sapna - la società provinciale titolare del ciclo raccolta - impone alla Ibi di assicurare il servizio fino all’innesto dei nuovi gestori, proprio per evitare di compromettere i fragili equilibri raggiunti in questi giorni. Ma sul caos rifiuti di questi mesi, l’attenzione investigativa è a trecentosessanta gradi. L’altro filone investigativo riguarda il ricorrente blocco della raccolta, gli incidenti provocati ad arte contro i mezzi Asìa e gli accordi contrattuali che hanno legato la municipalizzata del Comune di Napoli ad aziende private, come Enerambiente (sciolta dal contratto) e altre due imprese liguri da poco subentrate nel circuito napoletano. Inchiesta condotta in questo caso da un pool di magistrati che fa capo al procuratore aggiunto Gianni Melillo, che sta scavando nella galassia di appalti e forniture, di assunzioni e cambi societari, puntando ben oltre i singoli incidenti che scandiscono la raccolta rifiuti.