L'ira di Cirielli: no al decreto sull'inceneritore
Cirielli vota contro il Governo e il decreto del ministro Prestigiacomo sull’emergenza rifiuti. Il deputato contesta soprattutto la norma che prevede la nomina di un commissario per la realizzazione del termovalorizzatore anche a Salerno, perdendo di fatto la competenza sulla gara d’appalto. E rilancia: «Bisogna togliere la gestione della tassa sui rifiuti ai Comuni». È un Cirielli furioso, quello che ieri è intervenuto alla Camera. Chiusa la questione della fiducia al Governo, con la forzata riappacificazione tra il deputato e Mara Carfagna, arriva il nuovo decreto sui rifiuti firmato dal ministro Prestigiacomo. Decreto che stabilisce che il presidente della Regione deve nominare appositi commissari per i termovalorizzatori in Campania. Mentre a Napoli era già dato per scontato, alla fine il decreto colpisce solo la Provincia di Salerno, che aveva bruciato i tempi per pubblicare la gara d’appalto per l’inceneritore con tutta l’intenzione di gestire il ciclo amministrativo e la successiva realizzazione dell’opera. Insomma sembra proprio una vittoria di Mara Carfagna che riesce a sottrarre la gestione dell’inceneritore a Cirielli. E lui, il presidente, reagisce alla sua maniera: «Non voto il decreto sull’emergenza rifiuti che non affronta minimamente le criticità dell’emergenza in Campania. Invece di accelerare le procedure per la realizzazione degli inceneritori ci si attarda essenzialmente sul problema delle competenze relative alla realizzazione del termovalorizzatore commissariando le Province senza alcuna motivazione». Cirielli rivendica quanto realizzato finora da Palazzo Sant’Agostino contestando invece quanto ha fatto in passato Vincenzo De Luca come commissario alla realizzazione del termovalorizzatore. «Quando ho avuto la nomina - dice il deputato del Pdl - ho trovato 15 milioni di euro già spesi, di cui solo cinque per un esproprio molto sospetto, due gare predisposte, una non presentata che è costata 800mila euro per pagare la commissione esaminatrice, l’altra andata deserta. In trenta giorni ho avviato le fasi per realizzare la gara a costo zero con un bando tutt’ora vigente». La rabbia di Cirielli è mal repressa. Sul termovalorizzatore, infatti, si era avviato un braccio di ferro durissimo, l’ennesimo sul tema dei rifiuti, tra lui, De Luca e Carfagna. Differenti le strategie di intervento, differenti le idee di gestione dell’impianto. E il presidente della Provincia, forte del ruolo di commissario, aveva cercato di risolvere la questione alla maniera sua: con una prova di forza, andando avanti da solo. Il decreto-Prestigiacomo diventa così un durissimo colpo alla strategia del Pdl salernitano. Per questo Cirielli alza il tiro: «I Comuni campani - dice nel suo intervento alla Camera - in maniera bipartisan usano i soldi della Tarsu non per i rifiuti ma per altro, per esempio per fare belle feste e luminarie. Dunque la Tarsu dovrebbe essere tolta a tutti i Comuni di destra e di sinistra perché hanno dimostrato di non essere seri perché non pagano i loro debiti e usano la Tarsu per fare cose diverse dalla gestione dei rifiuti». E se la questione termovalorizzatore aveva già suscitato un vespaio, questa proposta del presidente della Provincia è destinata a far imbestialire i Comuni, visto che la Tarsu è una delle maggiori voci dei bilanci dei Comuni. La chiusura dell’intervento di Cirielli è un’autodifesa basata su un sofisma in cui prende di mira Mara Carfagna: «Mi sono dovuto difendere da accuse di appartenere a clan camorristici solo per un rapporto politico con il coordinatore regionale del Pdl, Cosentino. Quest’ultimo però, non lo ho scelto io ma Berlusconi. Quindi le motivazioni politiche di chi associa camorra, Campania e rischio rifiuti sono volte a colpire il Presidente del Consiglio. Sono accuse che vanno provate, altrimenti sono una vergognosa e sporca calunnia anche se proveniente da esponenti del Governo».