Analisi nelle discariche Bertolaso non si ferma

Tregua a Chiaiano, due giorni per far entrare i tecnici nella cava
26 maggio 2008 - Paola Perez
Fonte: Il Mattino

Il senso di una giornata febbrile, mentre la gente di Chiaiano aspetta la sentenza intorno alle barricate, è nel comunicato diffuso al termine dell’incontro in prefettura: «La realizzazione delle discariche indicate nel decreto, come si legge chiaramente all’articolo 9, è subordinata al pieno rispetto della normativa comunitaria tecnica di settore. Il sottosegretario Bertolaso ha espresso la volontà di costituire entro domani (oggi, ndr) un tavolo tecnico che si occupi delle indagini all’interno del sito. Di tale organismo faranno parte anche tecnici di fiducia delle comunità locali e dei comitati civici, nel numero massimo di cinque. Concluse le analisi, entro venti giorni, le parti saranno riconvocate. La realizzazione della discarica di Chiaiano, come di qualsiasi altra discarica individuata è subordinata a tutte le indagini, nel pieno rispetto della normativa comunitaria di settore, nonché di tutte le prove tecniche che il tavolo riterrà necessarie sempre nel rispetto della normativa europea. Alla luce di quanto deciso, si fa appello ai cittadini e ai comitati di consentire l’accesso dei tecnici e dei mezzi necessari a partire dalle 7 di martedì (domani, ndr) Prima di martedì mattina non ci sarà alcuna attività presso la cava di Chiaiano». Chiaiano conquista e gioca così la sua ultima carta: una perizia di parte, accanto a quella dell’Arpac, per dimostrare che la realizzazione della discarica non è compatibile con l’equilibrio ambientale. Domani si comincia, chiarisce subito Guido Bertolaso, e si appella al buon senso della popolazione perché non impedisca l’ingresso dei tecnici Arpac. Poi esprime la sua volontà di recarsi personalmente in visita sul territorio per valutare l’impatto ambientale della discarica, ma gli arriva subito il consiglio di mettere da parte questa idea: troppo pericoloso, nel quartiere c’è altissima tensione. Al vertice con il sottosegretario e con il prefetto Alessandro Pansa partecipano, per il Comune di Napoli, il vicesindaco Tino Santangelo e l’assessore alla nettezza urbana Gennaro Mola; intorno al tavolo anche Salvatore Perrotta, sindaco del comune confinante di Marano, Carmine Malinconico, presidente della municipalità, e Agostino Di Lorenzo, presidente dell’ente parco Colline metropolitane. In veste di sostenitori della causa del quartiere entrano anche tre esponenti del Pdl: l’europarlamentare Alessandra Mussolini, il consigliere regionale Pietro Diodato e il capogruppo al consiglio comunale Luciano Schifone. Il confronto comincia alle 17,30 per concludersi dopo le 21. Chi rappresenta gli interessi di una comunità sul piede di guerra non canta vittoria, ma spera nell’esito favorevole dei carotaggi. E porta comunque a casa una nuova garanzia, nero su bianco, che la salute pubblica verrà tutelata ai sensi delle vigenti norme europee (passaggio già contemplato nel testo del decreto) e che la discarica - se ci sarà - potrà essere considerata una risorsa piuttosto che una sventura. Soltanto Malinconico, al vertice del parlamentino di quartiere, torna alla base mormorando una frase che lascia poco spazio all’ottimismo: «Ci aspettano ore difficili». Tre ore e mezza per trovare un punto d’incontro su Chiaiano. Ma della giornata in prefettura sono protagonisti, in incontri separati, anche il sindaco di Caserta Nicodemo Petteruti e quello di Serre Palmiro Cornetta. Per la discarica in località Torrione, nel Casertano, si trova una soluzione simile a quella del quartiere di Napoli: analisi subito, poi la decisione sulla possibilità di utilizzo del sito. «Mi definisco un istituzionalista - commenta Petteruti - perciò attendo la consultazione dei test, il mio primo dovere è comunque tutelare la salute dei cittadini». Diversa la situazione di Serre, dove alla discarica già attiva - Macchia Soprana - se ne vorrebbe aggiungere una seconda in Valle della Masseria. Su questo secondo punto il sindaco Cornetta sembra irremovibile: «Il protocollo d’intesa siglato nel 2007 escludeva categoricamente questa possibilità». E al termine dell’incontro incassa un buon risultato: Bertolaso visiterà il sito, rileggerà tutta la documentazione relativa e nel giro di dieci giorni potrebbe far sapere che, come sostiene il primo cittadino, Valle della Masseria va depennata dalla lista.

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