Differenziata, stretta sui Comuni tre mesi per mettersi in regola
alla Camera oggi l'approvazione
Napoli nel destino del premier Silvio Berlusconi: il decreto rifiuti all’esame dell’aula è terreno di scontro politico. Il primo dopo la fiducia. Il centrodestra avrà i numeri per approvarlo? Il Pdl di certo sta lavorando per trovare convergenze e accordi. Le opposizioni stanno affilando le armi. Nella sostanza se Udc, Pd e Fli decidessero di andare contro il governo il decreto numeri alla mano non passerebbe mai. Ai moderati dell’Udc, in particolare alle proposte del deputato Mauro Libè, arrivano aperture dell’esecutivo. Il ministro Stefania Prestigiacomo ha dato la sua disponibilità a limare il decreto sulla scorta degli emendamenti presentati da Libè, responsabile enti locali del partito. Il partito di Pier Ferdinando Casini chiede una stretta da dare ai Comuni per mettersi in regola con la raccolta differenziata: tre mesi in luogo dei 6 attuali; il tetto alla durata dei commissari ad acta per la realizzazione dei siti da destinare a discarica e degli impianti di trattamento o di smaltimento dei rifiuti che andrebbe fissato al massimo in un anno e l’allungamento da sette a quindici giorni del termine per il rilascio della Valutazione di impatto ambientale (via). «Siamo il partito della responsabilità - spiega Libè - ci auguriamo di trovare un atteggiamento ugualmente collaborativo nei confronti dei nostri emendamenti, che mirano a migliorare il testo nell’esclusivo interesse dei cittadini». Schermaglie o prove d’intesa? Non solo l’Udc ha proposto emendamenti, ma anche il Pd. «Le misure adottate dal governo per la questione dei rifiuti in Campania non hanno conseguito gli obiettivi auspicati del superamento dell’emergenza, imponendo nuovi e più decisi interventi in questo settore». Lo dichiarano Raffaella Mariani e Tino Iannuzzi, deputati del Pd della commissione Ambiente della Camera. Che formulano dunque le loro proposte: «Noi abbiamo chiesto la difesa del ruolo dei Comuni nella gestione del ciclo integrato dei rifiuti e nella riscossione di Tarsu e Tia come avviene nel resto d’Italia; attribuzione di poteri certi al presidente della Regione nella costruzione di termovalorizzatori, salvaguardando i ruoli dei Comuni nel cui territorio ricadranno gli impianti; misure chiare per incentivare la raccolta differenziata; erogazione integrale e rapida dei fondi per bonifiche e compensazioni ambientali». Proprio sui termovalorizzatori è stato approvato ieri un emendamento votato da Pdl, Udc e Pd (primi firmatari Iannuzzi e Salvatore Margiotta) che trasforma in obbligo la facoltà del governatore di nominare i commissari per gli impianti. Resta, però, la dicitura «fatte salve le procedure esistenti» e quindi nella sostanza nel caso di Salerno non cambia nulla perché la gestione continua ad essere della Provincia. Su questo punto si era consumato lo scontro nel Pdl: ieri, infatti, il correttivo è passato con il voto contrario del presidente della Provincia di Salerno Edmondo Cirielli. In serata, annuncia il deputato pd Enzo De Luca, approvato anche l’emendamento annunciato che riaffida con una proroga di un anno la Tarsu ai Comuni. L’esame del decreto legge prosegue oggi, a partire dalle 9,30.