Lavoratori in corteo, scontro sulla vertenza rifiuti
Un Natale tra i rifiuti. Il rischio di arrivare alle festività nel pieno di un'emergenza, lenita solo in alcune zone - soprattutto centrali - del capoluogo e degli altri comuni, è reale. La partita tra il soggetto unico di gestione ed i lavoratori non si sblocca. Non ce l'ha fatta il prefetto - che dopo l'ultima defezione dei vertici di IrpiniAmbiente, ha fatto sapere che l'eventuale prosecuzione del confronto deve vedere parte attiva palazzo Caracciolo - non ce l'hanno fatta sindacati e maestranze. Lo sciopero - «che abbiamo tentato di evitare fino all'ultimo», si affannano a ribadire Cgil, Cisl, Uil e Ugl - ha alimentato le tensioni, ma non ha sbloccato la partita a scacchi ormai in corso tra le parti. Le organizzazioni di categoria mostrano molta soddisfazione per la partecipazione all'astensione - anche se non mancano defezioni e polemiche - meno per il risultato conseguito. Allo sciopero indetto dai sindacati hanno risposto positivamente i lavoratori dei Cosmari (una minoranza del consorzio Av1, tra cui Maurizio Arena e Patrizia Pirone, tengono però a smentire la partecipazione), dell'Asa e di alcune aziende private, dello Stir e della discarica di Savignano (che comunque ha funzionato). Molto bassa - di poco superiore al 30% - l'adesione dei dipendenti della Av2 ecosistema, braccio operativo del consorzio arianese. Non è mancata, invece, una polemica con la società cui è affidata la gestione della discarica di Savignano: «La Ibi - evidenzia il responsabile del settore rifiuti della Uil, Michele Caso - ha pensato bene di sostituire gli operai che hanno aderito alla giornata di sciopero». In piazza - al corteo che parte da piazza Kennedy e termina a palazzo Caracciolo - ci sono circa duecento lavoratori, colorati e rumorosi. I segni della protesta sono un cassonetto - che viene utilizzato a mo' di carro - e alcuni sacchi colmi di rifiuti, dispersi dinanzi al portone chiuso della Provincia. Nel percorso e nel successivo sit-in vengono intonati numerosi cori contro il presidente Cosimo Sibilia e l'assessore Domenico Gambacorta. La tensione lascia il posto alla delusione quando la delegazione sindacale appura che a riceverli non solo non ci sarà il numero uno di palazzo Caracciolo, impegnato a Roma per partecipare alle votazioni per la fiducia al Governo, ma neanche il vice Vincenzo Sirignano, assente, e l'assessore Gambacorta, a Bari per un impegno con l'autorità di bacino. L'ultimo tentativo resta quello di incontrare l'assessore al lavoro Giuseppe Solimine, che accoglie i sindacati e li rassicura rispetto ad un suo intervento con il presidente Sibilia per provare a riaprire il confronto tra le parti. Organizzazioni di categoria e lavoratori - che nel frattempo hanno montato un gazebo in piazza Libertà - non si accontentano ma sanno che non possono ottenere di più. Il presidio si scioglie ribadendo le richieste «inderogabili» dell'applicazione del contratto Federambiente e del mantenimento - nell'ambito delle competenze di IrpiniAmbiente - della gestione dello spazzamento. In attesa della ripresa di un confronto - che deve giungere, in un senso o nell'altro, ad una sintesi per evitare una falsa partenza nel percorso di gestione del ciclo integrato sul livello provinciale - oggi la raccolta riprenderà ancora senza straordinario. A margine dello sciopero, infatti, i sindacati hanno ribadito che revocheranno il blocco solo in presenza di un accordo con il soggetto unico provinciale di gestione. Gli operatori non riusciranno, dunque, a smaltire le quantità di rifiuti accumulate lungo strade e marciapiedi, soprattutto nelle zone periferiche. Alla vigilia delle festività, quello dell'emergenza - acuita dalla giornata di sciopero - è l'effetto più devastante di un muro contro muro che non fa intravedere cedimenti. L'Irpinia si prepara a vivere il Natale nuovamente invasa di rifiuti, come non accadeva da tempo.