Chiaiano, il ferito caduto dal muro "Ero appeso, manganellate sulle mani"

26 maggio 2008 - Dario Del Porto
Fonte: La Repubblica

«Penso soprattutto alle donne e ai bambini: restare lì è troppo rischioso, non vale la pena di morire così». La linea di confine della guerra di nervi che si sta combattendo a Chiaiano è fotografata da quei cassonetti legati con il filo spinato e messi di traverso a sbarrare il passaggio verso la cava. Ma dopo i primi scontri, due ragazzi sono finiti in ospedale e tre persone agli arresti.
Maurizio Pirozzi, 38 anni, è precipitato da un muro alto dieci metri: «Ero in piedi, un agente mi ha fatto perdere l´equilibrio. Mi sono aggrappato al parapetto ma quello con il manganello mi ha pestato le dita. Il dolore era forte, sono caduto», afferma. Ora è ricoverato con fratture alle gambe, vuole denunciare la polizia: «Ho già parlato con un avvocato, chiedo a chi ha visto di farsi avanti per aiutarmi a far luce sulla verità», dice dal suo letto dell´ospedale di Giugliano. Ma pensa anche ai manifestanti rimasti a Chiaiano: «Questa partita è diventata troppo pericolosa, Berlusconi ha fatto capire chiaramente che userà le maniere forti. Non c´è modo di evitare la discarica». E lancia l´appello ad abbandonare il presidio.
Come Maurizio, anche Vincenzo Galdiero, che ha 22 anni, è precipitato giù da quel muro. «Pensavo di mettermi in salvo - racconta - avrei voluto dire agli agenti che, se mi avessero sfiorato, mi sarei lanciato nel vuoto. Non ho avuto tempo, mi hanno spinto e sono caduto. Ho un bimbo di due anni, dovrò essere operato. Non potrò lavorare per molto tempo, chi mi ripagherà?». La disavventura capitata a Maurizio e Vincenzo spinge la gente di Chiaiano a criticare i mezzi di informazione: «Avevano le immagini ma non le hanno mandate in onda» accusa Antonio Conte. Pirozzi e Galdiero sono in ospedale, feriti. Pietro Spaccaforno è agli arresti domiciliari, come Pasquale e Francesco Ricciardiello. A leggere le carte, posizioni identiche: accusa di resistenza e lesioni, processo per direttissima già fissato. Ma alla stessa protesta sono arrivati da mondi diversi. Spaccaforno, 28 anni, diplomato al liceo linguistico, non abita a Chiaiano ed era stato denunciato il 4 maggio scorso, durante la prima manifestazione contro la discarica. I militanti di un centro sociale marchigiano hanno esposto un cartello che recitava «Pietro libero». Al giudice ha detto: «Era un sit in pacifico. In cinque mi hanno prelevato da terra ma non ho colpito nessuno». Pasquale e Francesco, padre e figlio di 58 e 32 anni, abitano a Chiaiano e lì lavorano come carrozzieri. Il 4 maggio, in piazza, non c´erano. «È vero, ci hanno detto di stare calmi - ha sostenuto Francesco con i magistrati - io sono andato solo a riprendere mio padre. Se ho sbagliato chiedo scusa, ma hanno sbagliato anche i poliziotti». E il padre ha riferito: «Anche io ho avuto una mazzata in testa. I poliziotti avevano già contato fino a tre, se fossero arrivati a cinque sarei scappato».

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