Rifiuti, doppio nodo per la gestione

Due gli emendamenti al decreto: possibile il rinvio per l'autonomia del servizio
13 dicembre 2010 - Lorenzo Calò
Fonte: Il Mattino Caserta

C’è anche l’ipotesi che possa slittare di un anno - e quindi a gennaio del 2012 - il termine a partire dal quale è demandata del tutto alle Province la gestione dell’intero ciclo dei rifiuti. È una delle opzioni inserite nel pacchetto di emendamenti al decreto rifiuti approvato nelle settimane scorse dal Consiglio dei ministri, da oggi all’esame della commissione Ambiente della Camera. Del resto, erano state proprio le Province - a partire da quella di Caserta - a chiedere, nei mesi scorsi al governo e all’allora capo della Protezione civile Guido Bertolaso, una proroga dell’entrata in vigore del provvedimento che assegna alle amministrazioni provinciali ogni responsabilità non solo nella gestione degli impianti ma anche nella raccolta e nello smaltimento dei rifiuti. «Ma oggi il quadro è cambiato - ragiona il presidente di corso Trieste Domenico Zinzi - tanto più che sulla proroga lo stesso Quirinale aveva espresso riserve: quindi, non vedo come la si possa reintrodurre con una modifica per via parlamentare. In ogni caso, ne sarei ben lieto - aggiunge - ma siccome ho il dovere di guidare un’amministrazione responsabile, come Provincia ci stiamo preparando perché dal prossimo gennaio, in assenza di modifiche, si parte. E noi dovremo essere pronti». In realtà, i tempi per la conversione in legge del decreto sono lunghi: si andrebbe per lo meno a fine gennaio; dunque cosa avverrà nel frattempo? «Del resto - ragiona Paolo Russo, presidente della commissione Agricoltura della Camera, fra i primi firmatari del pacchetto di emendamenti - ci siamo resi conto che la normativa così non va. Ecco perché abbiamo previsto, in subordine, la proroga, anche se il primo obiettivo resta il riaffidamento del servizio di raccolta e spazzamento ai Comuni mentre alle Province resterebbe la gestione degli impianti anche attraverso le società provinciali. In sostanza - chiarisce Russo - dall’Anci, da numerose amministrazioni locali, ci sono pervenute diverse riserve sull’efficacia dell’impianto normativo e abbiamo pertanto pensato di adeguarlo a quello che succede in ogni parte d’Italia, dove sono i Comuni a gestire la raccolta e lo spazzamento. Va inoltre valutato un altro aspetto: alla legge nazionale va armonizzata quella regionale. E dunque cercheremo di salvaguardare il principio della provincializzazione dei rifiuti nella gestione degli impianti, ma di tutelare anche l’autonomia dei comuni nella raccolta. Ci sembra il modo migliore per garantire un servizio efficiente restituendo ai Comuni la facoltà di incassare il gettito della Tarsu. Su questo si è registrata anche una convergenza bipartisan». Ma, indipendentemente dal percorso parlamentare del decreto, corso Trieste va avanti. A gennaio saranno indetti i bandi di gara europea per la raccolta, curati da Gisec che ha anche aderito alla Stazione unica appaltante. Saranno necessari almeno cinque mesi per espletare le procedure di gara. «Nel frattempo - annuncia Zinzi - lavoreremo insieme ai Comuni chiedendo collaborazione nei controlli e definendo insieme i piani di raccolta. Insomma, decreto ed emendamenti a parte, noi dovremo essere pronti, autonomi e quanto più possibile efficienti».

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