Schiaffo Unesco: "Ripulite il centro storico"
Il piano di Silvio Berlusconi per ripulire Napoli entro oggi è fallito; ma non è finita qui. C’è un’altra fumata nera per la localizzazione delle due discariche comprensoriali. Il vertice fra Regione e Provincia è di fatto fallito, il presidente dell’ente di Piazza Matteotti Luigi Cesaro non è in grado al momento di sbloccare la situazione. I sindaci delle aree individuate - nella zona di Afragola e del nolano - hanno detto no. Nel frattempo a Napoli restano a terra la bellezza di 1600 tonnellate. Le brutte notizie non finiscono mai: da due giorni in città c’è la commissione dell’Unesco in perlustrazione al centro storico. C’è in ballo un progetto di riqualificazione da 200 milioni.
Però ieri i commissari - nella sede dell’ex Filangieri dove si sono riuniti - hanno messo al centro dell’attenzione la questione ambientale e hanno chiesto il conto al Comune, nella persona dell’assessore Pasquale Belfiore. Hanno chiesto il perché di tanta spazzatura e soprattutto qual è il piano per toglierla. Il centro storico è sotto tutela dell’Unesco, un patrocinio importantissimo, un marchio di garanzia sulla sua integrità. Ebbene i commissari con grande chiarezza hanno fatto capire che pulizia, smaltimento dei rifiuti, differenziata, decoro dei luoghi e manutenzione dei siti se non vengono immediatamente ripristinati, quel marchio lo potrebbero ritirare. E se è vero che i commissari sullo smaltimento hanno capito che le colpe del Comune non ci sono, hanno anche capito che però la pulizia e il decoro del centro storico, in una parola lo spazzamento, è carente anche quando lo smaltimento funziona. E questa sì che è responsabilità di Palazzo San Giacomo. Già nel mirino dell’Unesco perché viaggia con notevole ritardo il piano di gestione del centro storico. Sarà per questo che ieri a Palazzo San Giacomo i nervi erano più tesi del solito. Il sindaco Rosa Russo Iervolino definisce la situazione al momento «senza vie d’uscita», al punto da chiedere ad horas un incontro al presidente della Regione Stefano Caldoro. Quello che trapela è ci sia già stata una telefonata fra i due. Cosa si sono detti? La sensazione è che ci sia un braccio di ferro a tre (Comune, Provincia e Regione) tutto politico che pagano 3,5 milioni cittadini costretti a convivere da mesi con la spazzatura.
Cominciamo proprio dalla Iervolino: «La situazione è grave - spiega - e non si intravede una via di uscita definitiva. Il presidente della Regione invita a lavorare di più, cosa che le strutture comunali e Asìa, che già raccoglie 1600 tonnellate al giorno, farebbero molto volentieri se sapessero dove sversare. Il ciclo dei rifiuti, di una città di un milione di abitanti, non può andare avanti alla giornata senza una programmazione sicura. Occorrono decisioni rapide e coraggiose». Cosa vuole dire la Iervolino quando dice che «occorrono scelte coraggiose»? Il sindaco ritiene che in base alla legge attuale il presidente della Regione avrebbe lo strumento, una propria ordinanza, per far sversare ovunque. E visto che, per esempio, a 38 chilometri da Napoli c’è la discarica di San Tammaro nel casertano che può accogliere mezzo milione di tonnellate di rifiuti perché non andarci? A terra in città ce ne sono solo 1600 di tonnellate. In uno, massimo due giorni Napoli sarebbe pulita. Dalla Regione trapela un altro punto di vista, nel mirinoi c’è la Provincia. C’è o non c’è la provincializzazione dei rifiuti? - il ragionamento - Allora tocca a Cesaro trovare le discariche per il suo territorio. Quanto alla prova di forza, per Caldoro la parola d’ordine è sempre la stessa: con le province si tratta non si ordina. Cosa viene fuori dalla Provincia? Il presidente del consiglio provinciale Luigi Rispoli rimanda la palla nel campo di Caldoro: «La legge regionale sulla provincializzazione dei rifiuti va cambiata consentendo il superamento del principio dell’autosufficienza, altrimenti si condanna il territorio della provincia di Napoli ad una eterna emergenza». Un numero per capire di cosa si sta parlando: la densità abitativa nella provincia di Napoli è di 8500 abitati per chilometro quadrato, a Salerno, tanto per fare un esempio, è di 350!