Caos e rivolte barricate di spazzatura

Corso Lucci, cassonetti rovesciati
bus bloccati e circolazione paralizzata
10 dicembre 2010 - Luigi Roano
Fonte: Il Mattino

Rivolta dei residenti esasperati in corso Lucci Invivibile, Napoli è invivibile. Troppi i cumuli di rifiuti anche davanti alle scuole e alle Asl, in barba all’ordinanza di meno di due settimane fa emanata dal sindaco Rosa Russo Iervolino per attutire «l’impatto dell’emergenza». Ieri è scoppiata la rivolta al corso Arnaldo Lucci - zona stazione centrale a pochi metri dall’imbocco delle autostrade - che ha paralizzato mezza città. Sono stati rovesciati cassonetti, la spazzatura ha invaso quel poco di carreggiata libera che era rimasta. Sono dovuti intervenire i vigili urbani, che ormai invece di guidare le auto o le moto per inseguire i delinquenti sono costretti a indossare il casco giallo e manovrare i bobcat, mini-pale meccaniche utili a riaccatastare le montagne di monnezza che ammorbano la città. Rivolta dei residenti esasperati in corso Lucci Così la spazzatura rimane sui marciapiedi in attesa che possa essere raccolta e smaltita, invece che in strada e non blocca il traffico. Non è la prima protesta e non sarà - probabilmente - l’ultima. La città - soprattutto in queste giornate di festa e di sole - appare davvero ferita nei luoghi principali in cui si specchia e si riconosce. Passeggiare per i Decumani e il centro storico è un dolore sincero. Alle botteghe artigiane colorate e illuminate fanno da contraltare cumuli e mucchi di rifiuti di tutti i tipi. Per arrivare a San Severo dal Decumano maggiore e ammirare le alchimie del Principe, bisogna attraversare e dribblare decine di punti invasi dalla spazzatura. Nei rioni più popolari e popolosi si soffre. Ai Quartieri Spagnoli mucchi e mucchietti non si contano più. A via Santa Maria Antesaecula - alla Sanità - dove c’è il distretto sanitario per i Tso (Trattamenti sanitari obbligatori) e una scuola superiore ci sono almeno 5 tonnellate di rifiuti non smaltite da tre giorni. Così i ragazzi che vanno a scuola devono fendere un muro di rifiuti prima di varcare il portone; e i sofferenti psichici devono scansare decine di sacchetti prima di recarsi dal medico per il trattamento. Duecento metri più giù c’è il busto di Totò e la casa del grande attore, entrambi offuscati dalla monnezza. A piazza Cavour gli ampi marciapiedi sono discariche a cielo aperto. Anche lì - giova ricordare - ci sono scuole e distretti sanitari attaccati le une agli altri. In mezzo - ironia della sorte - un punto Asìa. Scendendo per via Foria allo stesso modo non c’è respiro. Al corso Amedeo di Savoia non si ride e un po’ in tutte le periferie interi vicoletti o pezzi di strade ormai non sono più fruibili né dalla gente né dalle auto perché trasformati in sversatoi. Per fronteggiare il pericolo di epidemie l’Asl continua a trattare e a igienizzzare i rifiuti: «Dal punto di vista epidemiologico - racconta la dottoressa Giuseppina Aminspergh - non ci sono segnalazioni di malattie o incrementi di infezioni, facciamo quotidianamente il punto e tutto è sotto controllo. Certo, per quanto riguarda l’igiene i rifiuti in strada non dovrebbero esserci. Facciamo tuttavia centinaia di interventi di sanificazione e igienizzazione per ridurre al massimo i rischi per la salute».

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