Strade come discariche, fallito il piano Berlusconi

"Napoli pulita in due settimane" ma ci sono ancora 1800 tonnellate da rimuovere. Dolo domani l'ok dalla Puglia
9 dicembre 2010 - Luigi Roano
Fonte: Il Mattino

L'annuncio Aumentano di 100 tonnellate i rifiuti in strada: da 1700 a 1800. Anche questo è il segnale che sabato, la data fissata da Silvio Berlusconi per vedere Napoli pulita, è ormai solo una chimera. «Siamo in ritardo per problemi burocratici e per inefficienze di Asìa - spiega l’assessore regionale Giovanni Romano - la prossima settimana andrà tutto a posto». La sostanza è che per il momento si dovrà continuare a convivere con la spazzatura che sporca una città anche ieri popolata da parecchi turisti. Il piano del premier dunque non decolla, la collaborazione solidale con le altre province è al palo e solo oggi si saprà se nel giro di 24 ore partiranno i primi camion per la Puglia dove per 90 giorni si potranno sversare la bellezza di 500 tonnellate di rifiuti. Oltre ai problemi burocratici raccontati dall’assessore perché il ritardo che ha fatto saltare il piano del premier? I comitati dei cittadini pugliesi stanno analizzando - e continueranno a farlo anche oggi - i campioni della spazzatura napoletana che dovrebbe andare nelle loro discariche. C’è apprensione per questo esame. Si teme che le analisi possano raccontare ai pugliesi che in quei sacchetti neri non c’è nulla di inquinante per le falde e meno che mai di velenoso, piuttosto il materiale potrebbe essere lo stesso che ha fatto scoppiare la rivolta di Terzigno. Vale a dire il cosiddetto tal quale però vecchio di qualche mese, quindi monnezza già in putrescenza, non «stabilizzata» che emana non certo un buon odore. Oggi se ne saprà di più. Intorno a questi esami ruota anche la scommessa di avere un Natale pulito. A Palazzo San Giacomo l’assessore Paolo Giacomelli non è tranquillo: «la situazione resta grave - spiega - e non vedo soluzioni per i prossimi giorni. Bisogna intervenire assolutamente per Napoli e per la sua provincia, agendo in maniera radicale sui luoghi di conferimento anche per scongiurare un peggioramento ulteriore in vista delle feste natalizie». A chi è rivolto l’appello di Giacomelli? E per quale motivo? Sullo sfondo c’è un duello sul piano varato dall’ente di santa Lucia e quello che propone il Comune. Dalla Regione spingono per inviare i rifiuti fuori e attrezzare due discariche comprensoriali complessivamente di 500mila tonnellate. Capaci di durare 3 anni, tempo necessario per costruire gli inceneritori. E sono convinti che fra 10 giorni, quando l’impianto di Acerra funzionerà con tre linee, molti problemi si risolveranno. A Napoli sono dubbiosi sul piano perché ritengono che per aprire due discariche ci vogliono almeno 6 mesi, tempo che né il capoluogo né la provincia ha a disposizione. E ritengono ingiusto e uno spreco di risorse fare due nuovi invasi se si considera che ci sono nel casertano e nell’avellinese due discariche che possono accogliere ancora ben 1,4 milioni di tonnellate di rifiuti da subito. A Napoli e la sua provincia ne basterebbe un terzo per stare tre anni tranquilli. Ecco perché la «situazione è grave». La scorsa notte sono state raccolte 1300 tonnellate, cioè la produzione giornaliera di Napoli, senza riuscire ad intaccare l’arretrato che invece se anche di poco è cresciuto. L’impossibilità di conferire negli Stir intasati sta paralizzando ogni ipotesi di pulire Napoli in tempi brevi o medi.

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