Giù le serrande, lungomare a lutto contro i rifiuti

Domani la serrata dei ristoranti: "Istituzioni complici del disastro". Lite con l'assessore Raffa
8 dicembre 2010 - AnnaMaria Asprone
Fonte: Il Mattino

Sono stanchi di promesse e di belle parole. Così hanno deciso di far sentire e forte la loro voce. E la protesta dei ristoratori si concentrerà nel luogo simbolo della città: il lungomare Caracciolo. L’emergenza rifiuti ha fatto salire Napoli alla ribalta delle cronache per il degrado e la sporcizia, tanto da farla classificare come la città dove la qualità di vita è la peggiore d’Italia. I riflettori dei media da tempo sono accesi su una Napoli sommersa da cumuli di rifiuti, e da sacchetti sparsi ad ogni angolo. E la «monnezza» non ha certo risparmiato il lungomare, la cartolina di Napoli, uno dei luoghi più invidiati del mondo e meta preferita dei turisti. E proprio il lungomare per protesta resterà al buio. E, a luci spente e con le serrande abbassate saranno anche i 34 esercizi pubblici, tra ristoranti, bar e chalet che operano sul lungomare, aderenti ai Consorzi «Borgo Partenope» e «Caracciolo Mergellina». Una scelta coraggiosa ed una protesta eclatante ed unica nel suo genere. E prima del buio il lungomare dalle 13 alle 15 sarà listato a lutto. Una catena umana, lunga cinque chilometri, formata dai 700 dipendenti dei 34 esercizi commerciali, esibirà un lungo striscione nero. La protesta continuerà con la serrata, fino a tarda sera, di bar, ristoranti e chalet partenopei. «Sarà una provocazione - spiegano i ristoratori - contro le istituzioni che, di fatto, senza un progetto di rilancio turistico, si rendono complici di un inesorabile declino della città». I ristoratori, dunque come i commercianti che già da tempo contestano aspramente le istituzioni, in materia di raccolta differenziata. Dai rifiuti ai cartoni, alle verdure da vendere senza foglie. Una protesta che negli ultimi mesi ha raggiunto livelli di vera esasperazione. Sono fioccate multe salate, dal centro alla periferia, elevate dai vigili urbani ai danni dei commercianti che contestavano l’ordinanza che aveva come obiettivo la riduzione della quantità dei rifuti lungo le strade. Molto osteggiate dagli esercenti anche le normative in materia di sversamento di prodotti scaduti e di contenitori. Dura la posizione di Carmine Bucci, presidente dei due Consorzi: «Siamo stanchi di vedere rappresentata Napoli come una discarica a cielo aperto. Abbiamo il lungomare più bello del mondo dobbiamo rilanciarlo e preservarlo. Rappresentiamo una parte consistente, direi l’anima, del turismo partenopeo. In qualsiasi altra città del mondo – conclude Bucci – il commercio è sostenuto dalla pubblica amministrazione, qui sembra che siamo noi i nemici da sconfiggere, penalizzati da una burocrazia lenta». E i motivi della serrata come risposta, «dura ma civile a chi ha non ha mai voluto tendere una mano ai pubblici esercizi che contribuiscono ad arricchire l’offerta turistica» sono stati esposti ieri mattina nel corso di un’animata conferenza stampa in cui non sono mancati momenti di accesso dibattito tra i ristoratori e l’assessore Mario Raffa, assessore allo Sviluppo del Comune, sulla questione del disciplinare sull’occupazione di suolo pubblico. Fabio Chiosi, presidente della I Municipalità ha proposto il passaggio della competenza dal Comune alla Municipalità. «Quello dei rifiuti - ha detto Raffa - è uno dei motivi della protesta dei ristoratori. I tempi burocratici per i permessi per tenere sui marciapiedi tavolini e gazebo sono lunghi e ci sono molti vincoli - conclude Raffa - occorre l’ok di Sovrintendenze e Asl per rilasciare i permessi e non solo del Comune. Stiamo lavorando ad uno sportello unico che si occupi di questi problemi». In conferenza i Consorzi hanno anche illustrato alcune iniziative per aumentare le forme di recupero dei rifiuti «per sottrarle agli impianti di smaltimento del Comune, con interventi per selezionare e/o separare integralmente la frazione recuperabile. Pensiamo - spiega Carlo Claps, dell’Aidacon - all’acquisto di macchinari compattatori per recuperare e trasformare parte dei residui organici in fertilizzanti, riducendo il volume dei rifiuti fino al 75%. Ma anche nuovi sistemi di raccolta rifiuti attraverso il posizionamento dei cassonetti nel sottosuolo, e tenendo in superficie contenitori piccoli».

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