Napoli in fiamme tra rivolte e rifiuti

Centri sociali in piazza, scontri con la polizia. Vsesuviano, tornano i raid
9 dicembre 2010 - Conchita Sannino
Fonte: Repubblica Napoli

NAPOLI - Una barricata chiama l'altra. I disordini legati all'emergenza rifiuti tornano nel vesuviano in più fronti, con l'incendio di due autocompattatori nella notte di Terzigno e un raid vandalico messo a segno contro la sede del Comune di Boscoreale, salvato in extremis da un colossale rogo. Tutte azioni rimaste impunite. «Ormai la protesta è sfuggita di mano. Questa è opera di delinquenti», protestano sia il sindaco di Boscoreale Gennaro Langella, sia quello di San Sebastiano, Giuseppe Capasso. Poco dopo, ecco le tensioni sociali riesplodere nel cuore di Napoli, a ridosso della festa dell'Immacolata. Scendono in piazza disoccupati e no global. Scontri in pieno giorno, due arresti. E i cassonetti rovesciati per strada dagli studenti. Come se non fosse già sufficiente la distesa di immondizia ancora abbandonata in strada: per una crisi di cui non si intravede soluzione. I tafferugli segnano il tradizionale rito dell'Immacolata nella centralissima piazza del Gesù,a ridosso del discorso, dai toni forti, pronunciato dal cardinale Crescenzio Sepe alla città. «Napoli non può essere un "intralcio" al progresso del Paese, né una "storia finita male"», ammonisce il vescovo. Che poi mette in guardia anche dalle inefficienze e dai ripiegamenti, anche locali. «Basta chiacchiere, basta progetti e niente fatti - prosegue il cardinale - . Alle istituzioni, nazionalie locali,è ormai richiesto per Napoli un supplemento di responsabilità: dalla crisi rifiuti, alla camorra, ai tanti insopportabili disagi quotidiani». Poco dopo, la parola si invera nel corpo a corpo tra giovani dimostranti e forze dell'ordine. Gli scontri culminano nell'arresto di due dimostranti (sono uno studente 26enne e una brasiliana di 35 che provenivano dai centri sociali, in sella ad alcune bici). Si innesca una serie di reazioni a catena: gli attivisti dei centri sociali rovesciano i cassonetti lungo i marciapiedi, spalmano immondizia per le strade turistiche, animato per due ore un sit-in intorno alla questura protetta da decine di agenti in assetto antisommossa. Intanto, da piazza del Gesù, le auto del cardinale Sepe, dello stesso prefetto De Martino e del sindaco Iervolino devono fare uno slalom veloce tra i sacchetti per poter guadagnare una via d'uscita. È lo stesso centro antico dove è appena tornata la febbre dello shopping di pastori e presepi: i vicoli sono solcati da un numero record di turisti, malgrado i cumuli di rifiuti. Masse di immondizia rimaste saldamente, dopo quasi due settimane, a quota 2mila tonnellate. Tra 48 ore scadono i 15 giorni fissati dal premier Berlusconi per la soluzione dell'ennesima crisi, ma non si vedono spiragli. L'assessore napoletano Giacomelli rivela anzi tutta la sua preoccupazione: «Non riusciamo minimamente a raccogliere l'arretrato che giace nelle strade di Napoli. Dobbiamo trovare spazi in cui conferire - spiega Giacomelli - prevedo disagi e preoccupazione per Natale». È il timore di tutti.

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