Berlusconi: "Vengo, anzi no" strade ancora piene di nfiuti
L'ANNUNCIO lo ha fatto a Sochi, in Russia: «Sabato sarò a Napoli per occuparmi della questione dei rifiuti che credo si possa concretamente risolvere». Così disse il premier Berlusconi, ma l'ottimismo èpiùdellavolontàchedella ragione, cioè dei fatti. Intanto perchéilpremierieri serahacambiato idea e oggi non verrà più, salvo ripensamenti. Poi perché in strada a Napoli marciscono 1600 tonnellate di sacchetti e il ritorno alla normalità è ancora un traguardo lontano. Per un «sl» che arriva- dalla Puglia, 50 tonnellate algiomo per unmassimo di 50mila in cambio di 500mila euro per il "ristoro ambientale" (si chiama così) - ci sono tanti «no» pronunciati a muso duro, come quello di Trieste: «Da Napoli non prenderemo neanche un chilo di spazzatura». I benefici del lavoro a tempo pieno dell'esercito si vedono, però, anche ad occhio nudo. I militari hanno lavorato soprattutto a Pianura, nella discarica a cielo aperto di Montagna Spaccata, e adAgnano. Perla raccolta dei sacchetti putrescenti si da priorità alle aree di pubblico interesse, scuole soprattutto, e alle strade intransitabili per l'ingombro dei rifiuti. La task force di stanza nella caserma Amico, a Caserta, ha ormai completato il suo assetto: 400 uomini, 260 dei quali, però, sono addetti alla vigilanza del te rmovalorizzatorediAcerrae ai sette impianti Stir regionali. Altre notiziedalfrontedei rifiuti. A cominciare dalle accuse lanciate dal gotha della magistratura - «lo scenario è peggio del dopoguerra» - nel corso di una trasmissione registrata per Tv Luna alla quale hanno partecipato l'ex procuratore generale Galgano, il capo della Procura di Salerno, Roberti e il pm di Napoli, Conzo. «La camorra - ha detto Roberti - è entrata in azione quando le discariche si sono trasformate in sversatoi, portando tonnellate di rifiuti tossici, ma le responsabilità vanno ricercate anche nelle istituzioni civili: il governo e il ministro della giustizia, Alfano, devono fare in modo che la giustizia civile e penale funzioni davvero». Ultimissime da Terzigno, infine. L'istanza di sequestro di Cava Sari presentata dai Comitati cittadini è stata respinta dal gip di Nola, mentre sono stati arrestati Giovanni eAlfredo Vitiello, padre e figlio, titolari della omonima cava dalla quale continuavano ad estrarre pietra lavica e sabbia. Sito espropriato per farci la seconda discarica, che poi però è stata cancellata.