Rifiuti, si tratta: la raccolta riprende ma è protesta
Un armistizio che non piace ai lavoratori. Si chiude con l’intesa a riaprire il tavolo tecnico - previa ripresa della raccolta nella città capoluogo e negli altri comuni - il vertice in Prefettura tra «IrpiniAmbiente» e le organizzazioni di categoria. La discussione riprenderà giovedì, alle 16, nuovamente presso il Palazzo di Governo. Le parti dovranno provare a trovare un’intesa sulle questioni che, sollevate dalle parti sociali, sono state al centro dello scontro degli ultimi giorni. I dipendenti dell’azienda di viale Italia, intanto, dovrebbero riprendere oggi l’attività, concedendo respiro ad una situazione già molto difficile e delicata, con oltre 1500 tonnellate ormai accumulate lungo strade e marciapiedi del capoluogo e di molti altri comuni del bacino dell’ex Cosmari Av1. Nel frattempo, «IrpiniAmbiente» dovrebbe trasferire all’Asa le somme necessarie al pagamento degli stipendi di novembre. Il riavvio della raccolta e degli altri servizi, però, è tutt’altro che certo. I dipendenti dell’Asa non hanno gradito l’armistizio siglato in sede prefettizia e, fino a tarda ora, si sono intrattenuti in assemblea con i responsabili del sindacato per valutare il percorso da seguire. La gran parte è orientata a proseguire nella protesta - portando avanti la linea dura degli ultimi giorni - nonostante i rischi di una precettazione da parte del Prefetto e della conseguente eventuale denuncia per interruzione di pubblico servizio. Per i sindacati - pure in caso di ripresa dell’attività - non si tratterebbe di una sconfitta. Il rischio da scongiurare è quello di arrivare alla precettazione del rappresentante di governo. Ipotesi ventilata già alla vigilia dell’ultima maratona presso la Prefettura. «Senza un accordo - aveva spiegato il prefetto Ennio Blasco - sono pronto ad adottare tutte le misure necessarie a favorire la ripresa del servizio». «Organizzazioni di categoria e lavoratori - evidenzia il responsabile del settore rifiuti della Uil, Michele Caso - dimostrano per l’ennesima volta un grande senso di responsabilità: siamo pronti anche a riprendere l’attività, con la consapevolezza di poter riavviare la trattativa senza pregiudiziali dall’una e dall’altra parte». Anche in caso di un abbassamento dei toni e della scelta di interrompere lo stato di agitazione, però, i lavoratori potrebbero sollevare - ipotesi, anche questa, emersa nel corso dell’assemblea tenutasi al termine del confronto in Prefettura - il problema dell’idoneità delle strutture e della sicurezza dei mezzi. In caso di ripresa, dunque, il servizio potrebbe essere parziale e fortemente rallentato. La vertenza è tutt’altro che risolta. La situazione resta incandescente e le due parti molto distanti tra di loro. Restano essenzialmente due i nodi principali da sciogliere e riguardano il contratto da applicare e il capitolo dello spazzamento. Ma, in caso di ulteriore irrigidimento delle posizioni, le parti sociali potrebbero non cedere neanche rispetto al pagamento del Tfr. I sindacati torneranno, giovedì, al tavolo della Prefettura con la stessa posizione più volte espressa: «Utilizzo del contratto Federambiente e gestione, da parte del soggetto provinciale, di tutto il ciclo, dallo spazzamento alla raccolta». L’auspicio è che i vertici di «IrpiniAmbiente» rivedano la posizione rigida con la quale si sono presentati anche all’ultimo appuntamento in Prefettura. La partita è solo all’inizio. Le parti proveranno a giocarla fino in fondo, per strappare un’intesa quanto più vicina possibile alla propria posizione. Non sono da escludere ulteriori forme di protesta - a cominciare dallo sciopero del settore, previsto per il 14 dicembre - e nuovi disagi per i cittadini.
Oltre 1500 tonnellate di rifiuti in strada accumulati in poco meno di una settimana di agitazione spontanea dei lavoratori del comparto rifiuti. Le immagini che che si colgonos oprattutto nella città di AVellino consegnano uno scenario dia ssoluta emergenza, dove se non si è ancora all’allarme igienico-sanitario certamente si rischia di andarci molto vicino. Le aree nei pressi dei supermercati appaiono le più colpite dall’accumulo di sacchetti e anche nelle vie del centro, frequentate per l’inizio dello shopping di Natale. rifiuti e cartoni abbandonati non costituiscono uno spettacolo da festa.