Festa dell'Immacolata con i rifiuti, piano in bilico
In bilico il piano di Silvio Berlusconi di pulire Napoli entro sabato. Intanto quello che è già certo è che il ponte dell’Immacolata sarà macchiato dalla spazzatura. Insomma la situazione non volge esattamente al positivo. I rifiuti per la Puglia nella migliore delle ipotesi partiranno solo oggi, con ben due giorni di ritardo sulla tabella di marcia. La buona notizia, si fa per dire è che Asìa oggi è riuscita a prelevare e scaricare tutta la spazzatura prodotta ma non ha tolto da terra un grammo di pregresso. Così 18mila chili di monnezza invadevano le strade della città ieri e la stessa cifra tal quale, è il caso di dire c’è a terra oggi. La fotografia a tinte scure della situazione la fa Paolo Giacomelli, assessore ai Rifiuti del Comune: «Il Piano Berlusconi? Per l’Immacolata non ce la facciamo poi chissà. Posso dire che il presidente non ha colpe, che c’entra lui se altri non rispettano i patti?». E ancora: «Abbiamo prelevato quanto prodotto in giornata perché Tufino è stata riaperto e poi abbiamo portato 250 tonnellate a Casalduni in provincia di Benevento un viaggio pericoloso e lunghissimo che la spazzatura deve percorre, devo dire che così non si va da nessuna parte altro che sabato». Vendola al di là dei ritardi interviene nuovamente sul caso Napoli: «La nostra regione - dice - sta dimostrando straordinarie virtù civiche». Perché il ritardo nel far partire i rifiuti? È lo stesso Vendola a spiegarlo: «Il governo ci ha garantito che i rifiuti napoletani sono non inquinanti, ma i cittadini vogliono verificare in prima persona così si stanno costruendo dei comitati di controllo per analizzare e monitorare la qualità del rifiuto che verrà conferito in terra pugliese». Insomma la situazione nell’immediato torna a farsi difficile e per la prospettiva di medio lungo termine le cose non vanno granché meglio. Per calmare gli animi il presidente della Provincia Luigi Cesaro a caccia di mini-discariche nella provincia di Napoli, precisa che nulla è stato ancora deciso. Dunque non smentisce e non conferma che siano Afragola e il nolano le zone dove si sta cercando di attrezzare gli invasi. Le certezza è che queste «discariche comprensoriali» servono altrimenti l’emergenza sarà cronica, devono durare almeno 4 anni, il tempo necessario per costruire i termovalorizzatori, il resto degli impianti e far volare la differenziata. Entro 12 mesi bisogna individuarne almeno quattro. Anche se non sono stati individuati i siti non è un eccesso di fantasia immaginare che un paio dovranno essere collocati nella provincia di Napoli. Parallelamente - per avere il massimo delle garanzie - si continua a studiare la questione delle cave dismesse e delle cavità di Napoli. Il punto è come rendere inerti, quindi innocui i rifiuti tal quali d amettere in questi luoghi. La ricognizione - attualissima - fatta sulle cave ha fatto venire fuori che su 1501 cave, 264 sono attive mentre 1237 sono cave abbandonate, abusive o dismesse. Di esse 691 risultano certamente abbandonate, prive di vincoli amministrativi o obblighi per gli ex gestori e dunque utilizzabili in tempi brevi. In particolare, in provincia di Caserta vi sono 409 cave inattive - delle quali 280 abbandonate - inserite in un piano di recupero ambientale dal commissario di Governo. Ora 124 sono utilizzabili subito e danno una disponibilità di 34 milioni di metri cubi per accogliere materiali inerti e no. Complessivamente sul territorio campano si trovano 71 siti nella provincia di Avellino, 73 in quella di Benevento. A Caserta ce ne sono 280, 113 nella provincia di Napoli e 154 nel salernitano. Dunque 124 sono teoricamente già pronte per accogliere materiale inerte o da inertizzare. Di pari passo deve camminare l’invio all’estero di parte dei rifiuti. Entro 10 giorni verso la Spagna e prima di natale in Norvegia. Di più per ecuperare devono partire a stretto giro di posta gli accordi con Molise, Lazio, Marche, Emilia Romagna e Toscana.