I sindacati: trattativa sui rifiuti se cadranno i veti
Continua il braccio di ferro tra «IrpiniAmbiente» e i lavoratori del settore rifiuti. L’agitazione spontanea dei dipendenti dell’Asa prosegue nonostante l’intervento del prefetto Ennio Blasco e l’apertura di un fascicolo da parte della Procura della Repubblica di Avellino. A terra giacciono, ormai, circa 1500 tonnellate di rifiuti e non è da escludere che, già oggi, l’agitazione possa riprendere anche nel bacino dell’ex Cosmari Av2. Oggi dovrebbe tenersi un nuovo incontro presso il Palazzo di governo, coinvolgendo nella discussione i rappresentanti regionali delle organizzazioni di categoria. Le maestranze - almeno quelle della società di viale Italia - sono compatte e annunciano che continueranno in una protesta che mira a ottenere la salvaguardia dei propri diritti. Al loro fianco si schiera il sindacato che - pur evitando di soffermarsi sulle modalità adottate dagli operatori per far sentire la propria voce - evidenzia come il blocco dei servizi «è l’unico modo attraverso il quale i dipendenti riescono a farsi ascoltare». Il responsabile del settore rifiuti della Uil, Michele Caso, prova a illustrare i motivi che hanno spinto a intraprendere una battaglia così dura, che sta mettendo in ginocchio la città capoluogo e numerosi comuni. «Questo attacco nei confronti dei lavoratori - evidenzia - non è motivato, né giustificato: l’unico reato di cui possono essere accusati è quello di tentare di tutelare se stessi. Così come è giusto che venga effettuato il servizio, allo stesso modo bisogna garantire i diritti degli operatori. Siamo consapevoli che si è creato un disagio esasperato, ma questa è la conseguenza delle decisioni di chi, avendone la responsabilità, ha portato il sistema a un punto di non ritorno. Mentre si è consentito ai Comuni di non pagare il servizio, si pretende che i lavoratori riprendano l’attività senza retribuzione e con condizioni di lavoro drammatiche: si continua a scaricare le responsabilità sull’anello più debole della catena». Caso evidenzia come la rottura al tavolo delle trattative per il passaggio a «IrpiniAmbiente» sia solo «l’ultima penalizzazione imposta agli addetti dell’Asa». «Se i lavoratori di viale Italia - continua - hanno garantito il servizio, per senso di responsabilità, nonostante spesso non ce ne fossero le condizioni, non si può immaginare di scaricare addosso a loro le inefficienze del sistema. Siamo pronti a coinvolgere nella partita gli enti preposti per una valutazione sull’idoneità di mezzi e strutture. Coloro che oggi si scagliano contro i lavoratori, vengano a vedere dove sono costretti a cambiarsi e con quali mezzi devono scendere in strada. Poi, non consentiamo che si ricreino situazioni come quella del Comune di Lioni, dove la società che si occupa dello spazzamento non paga i dipendenti da quattro mesi: l’auspicio è che possa essere rimessa la contrattazione al centro della discussione, per favorirne una ripresa senza veti». Un auspicio su cui concorda il segretario della Cisl, Mario Melchionna. «Non serve a nessuno inasprire gli animi. - dice - ”IrpiniAmbiente” dia la disponibilità a incontrarci per provare a chiudere positivamente la partita, affrontando questioni tutt’altro che insormontabili. Dobbiamo mettere da parte i tatticismi e favorire un atto di responsabilità. La stessa cosa chiediamo al prefetto per risolvere la questione dei Comuni morosi: i sindaci devono rispondere in maniera immediata, perché i lavoratori hanno diritto a vedersi garantite le proprie spettanze. Le società creditrici, inoltre, possono immaginare anche di aprire un’azione giudiziaria nei confronti degli enti che continuano a non onorare i propri debiti».