"Troppi cartoni abbandonati cari commercianto così non va"
Oltre al disastro che è sotto gli occhi di tutti, questa emergenza legata ai rifiuti rischia di trascinarsi dietro un altro male: l’assuefazione a un nuovo dramma. È un grave pericolo che deve essere contrastato energicamente. Perché il giorno in cui il napoletano arriverà a fare il callo anche alla “monnezza”, come è già successo per gli omicidi, allora ci sarà ben poco da sperare». Giovandomenico Lepore è il procuratore della Repubblica di Napoli, «ma qui parlo da cittadino», esordisce. I mali, riflette, non vengono mai da soli.
E stavolta l’allarme ambientale è un veleno che rischia di intossicare anche le anime della gente, oltre che i corpi. «Perché i napoletani - dichiara Lepore - alla fine si abituano a sopportare tutto, anche le cose peggiori».
Cominciamo dalla domanda di rito. In casa sua si pratica la raccolta differenziata dei rifiuti? «Ovviamente sì. Separazione di plastica, carta e “umido”, oltre al vetro».
Qualche malalingua ha insinuato che potrebbe essere uno sforzo inutile, sospettando che nella fase successiva alla raccolta tutto viene riversato in discarica. «No, questo non è vero. La differenziata segue percorsi separati, questo mi risulta personalmente: una volta, al Centro direzionale, vidi una lunga colonna di camion che trasportavano i “differenziati”; la Guardia di Finanza mi spiegò che gli scarichi erano controllati».
Lei abita al Vomero. Qual è la situazione che trova quando esce di casa, ogni mattina? «Il Vomero è in pessime condizioni. Ci sono problemi enormi persino in piazza Bernini e nelle strade dello shopping. Stamattina c’erano zone nelle quali i rifiuti accumulati formavano vere e proprie muraglie che impedivano addirittura il passaggio di auto e pedoni. In via Enrico Alvino, poi, è un disastro, a stento si riesce a guadagnare l’area dell’isola pedonale».
Come si è giunti a tanto? «Per responsabilità delle istituzioni, ma soprattutto per colpa dei cittadini, i quali dovrebbero cambiare testa, capire che il primo passo verso un circolo virtuoso del trattamento dei rifiuti parte da loro. La raccolta differenziata è prodromica a ogni successivo passaggio. Purtroppo però anche su questo versante sento fare solo chiacchiere».
E del termovalorizzatore di Acerra che cosa pensa? «Meno male che c’è. Ripenso agli anni delle polemiche sostenute dal partito del “no”, polemiche che ci hanno fatto perdere tanto tempo prezioso. Le persone contrarie all’apertura dell’impianto sono state smentite dai fatti. Lo dico anche perché, di recente, in Procura abbiamo ricevuto alcune denunce relative a presunti fumi inquinanti e dannosi per la salute pubblica. Ma, almeno fino ad oggi, i controlli che abbiamo delegato a consulenti di grande esperienza hanno smentito ogni forma di possibile tossicità e danno per le persone».
E le ecoballe? Che fine faranno? «Sono le colline della vergogna. Andranno distrutte, sempre che si riescano a creare sistemi meccanici adatti alla distruzione di quel tipo di materiale. Il pericolo maggiore deriva dal percolato, che c’è ed è rischioso. Come ha dimostrato l’esperienza di Chiaiano, se si lavora correttamente si evitano i problemi. Ma molto, e lo ripeto, sta nella mancanza di cultura da parte dei cittadini. Ne vuole sentire un’altra?».
Prego. «Stamattina, per strada, c’erano centinaia di confezioni di grossi cartoni gettati per strada. Materiale abbandonato dai commercianti. Quella roba non doveva stare dove stava. Carte e cartoni, lo sanno ormai anche i bambini, devono essere riposti negli appositi contenitori. Invece niente. Eppure basterebbe poco per contribuire a non peggiorare le cose».
Presidente Lepore, come andrà a finire questa brutta storia? «Non abbiamo alternative. Dobbiamo fare di tutto per collaborare, per alimentare la coscienza civile e per far decollare un processo “virtuoso” di raccolta e smaltimento dei rifiuti. I primi a capire che con la “monnezza” era possibile arricchirsi furono i camorristi. Perché questo concetto non entra in testa anche alla gente perbene?».