Fondi non spesi e pochi contenitori tutti i paradossi del «porta a porta»

Pronti due milioni per il servizio ma serve un accordo tra Regione e San Giacomo
6 dicembre 2010 - Luigi Roano

Il paradosso è servito su un piatto con sopra 2,2 milioni di euro, prima corposa tranche degli 8,25 milioni che il Comune deve avere dalla Regione per incrementare la differenziata. Dove sta il paradosso? Ebbene Palazzo San Giacomo ha un bilancio così delicato che ha chiesto alla Regione di dirottarli direttamente ad Asìa, operazione decisamente inusuale. Così ora ci sono almeno una parte dei soldi ma il Comune non li può utilizzare. L’assessore regionale Giovanni Romano, per venire incontro almeno parzialmente alle richiesta di Palazzo San Giacomo proverà rapidamente a mettere sul tavolo un protocollo d’intesa. «Altrimenti - racconta - la vado a fare io la raccolta differenziata». Situazione tesa oltre che paradossale se si considera che la media di Napoli è sotto il 19 per cento e nel mese scorso è precipitata a poco più del 15, per effetto anche ma non solo della crisi. Facendo un po’ di conti Napoli per rientrare nei parametri di legge dovrebbe saltare l’asticella del 25 per cento di media entro la fine dell’anno. Una chimera vera e propria. Un obiettivo mancato che potrebbe costare un ulteriore aumento della Tarsu ai napoletani quale sanzione. Domani l’argomento sarà oggetto di una riunione al ministero dell’Ambiente con la tavolo il ministro Stefania Prestigiacomo. Che pronta a sostenere Napoli ma vuole vederci chiaro nei numeri. Intanto ha promesso che finanzierà la campagna di sensibilizzazione. Presto dunque si avranno novità su questo fronte. Al momento come stanno le cose per chi a Napoli vuole fare la differenziata? Un milione i napoletani, ma solo in 135mila effettivamente fanno la raccolta differenziata, i restanti 850mila si arrangiano. E chi può, chi ha la costanza di percorrere anche un paio di chilometri con sacchi pieni di vetro e plastica o carta per arrivare dove conferire ci prova. E spesso raggiunta la meta scopre che è così stracolmo il contenitore che deve abbandonare il materiale all’esterno delle campane, in alternativa ci rinuncia e getta tutto nei cassonetti. Sullo sfondo dell’emergenza rifiuti c’è anche questo. Per Silvio Berlusconi c’è soprattutto questo visto che attacca il sindaco Rosa Russo Iervolino sulla materia tutte le volte che può. Per la differenziata e per il decoro urbano il Comune mette in campo rispettivamente Asìa e Napoli servizi - aziende interamente pubbliche - un esercito di oltre 5000 addetti che ingoia 230 milioni di euro all’anno. Una decina di anni fa sarebbero stati oltre 500 miliardi. Con i risultati che stanno sotto gli occhi di tutti. Perché se è vero che la materia dello smaltimento non è del Comune è vero anche che lo spazzamento, il decoro, la cura dei giardini sì. E con quelle cifre spese Napoli dovrebbe apparire una città svizzera anche con i cassonetti pieni. Dunque la differenziata, dal Comune ci tengono a sottolineare che sono pienamente nel solco - sbagliato - di tutte le grandi città, a cominciare da Roma. Così agli attacchi Palazzo San Giacomo replica sottolineando che la percentuale di Napoli è vicinissima a quella di Roma. In una nota di appena un mese fa il Comune spiega come si è attrezzato: «Nel mese di giugno 2008 è stato avviato il sistema di raccolta ”porta a porta” che ad oggi coinvolge 135mila abitanti e 4300 utenze commerciali. I quartieri interessati da tale sistema hanno raggiunto percentuali di raccolta differenziata assolutamente lusinghiere: Bagnoli l’80%, Colli Aminei 69%, Rione Alto 66%, Chiaiano 72%, Ponticelli 64%, San Giovanni 58%. L’insieme di tali quartieri equivale, per popolazione, all’intera città di Salerno». Il mancato aumento di 5 punti percentuali Palazzo San Giacomo lo attribuisce al mancato finanziamento della Regione - ora parzialmente ristorato - e agli 11 milioni che la Provincia non ha dato ad Asìa quali spese per la gestione degli Stir di Giugliano e Tufino. Ora ci sono 2,25 milioni che potrebbero mettere in condizione almeno altri 100mila napoletani di fare la differenziata. Ma per spenderli non basta averli su di un conto dedicato, ci vuole un protocollo d’intesa.

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