Bloccati due Stir A Giugliano in fumo migliaia di ecoballe

Stop alla raccolta, in strada 1500 tonnellate
Rogo a Taverna del Re, si indaga sull'origine
6 dicembre 2010 - Luigi Roano
Fonte: Il Mattino

Da una settimana la febbre della crisi era scesa, oggi risale vertiginosamente e visto come è ridotta la città non ci sono molti dubbi che qualcosa si è inceppato di nuovo. In strada si è passati da 1500 a 1800 tonnellate di monnezza. Perché? Nella sostanza c’è stato il blocco totale degli Stir di Caivano e Tufino, così Napoli ha potuto sversare solo 700 tonnellate su 1230 a Chiaiano, la restante parte è rimasta in strada o sui camion. La corsa contro il tempo per ripulire la città ora si fa stringente e soprattutto in salita. Oggi dovrebbero partire le prime 500 tonnellate per la Puglia, l’accordo è stato firmato, assicurano dalla Regione. Un eventuale rinvio viene così fotografato da Palazzo San Giacomo: «Se così non fosse la situazione diverrebbe drammatica immediatamente». Ma la Puglia da sola non basterà se a seguire non ci sarà l'immediata chiusura degli accordi con Molise, Lazio, Emilia Romagna, Toscana e Marche; e dal 15 dicembre i rifiuti non prenderanno anche la strada, o chissà il mare, che porta in Spagna. Ed entro la fine dell’anno infine, il viaggio della monnezza terminare in Norvegia. Fragilissimo l’equilibrio del sistema che si basa quasi esclusivamente sull’aiuto che arriva da fuori. Ecco perché è bastato lo stop degli Stir per riportare a Napoli montagne di sacchetti neri un po’ ovunque. Non bastasse, in tarda serata sono andate in fumo migliaia di ecoballe stipate nell’impianto di Taverna del Re, a Giugliano. Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri, non è chiaro se il rogo sia di origini dolose o meno. Le avvisaglie della nuova emergenza si erano avute già venerdì quando appena 100 tonnellate di arretrato erano state tolte dalle strade con 25 automezzi carichi di 300 tonnellate raccolte che non si erano potute sversare per lo stop di Tufino. Come spiegano dal Comune, se gli Stir non vengono svuotati la situazione resterà sempre molto critica. «Il piano di uscita dall’emergenza può funzionare - spiega Paolo Giacomelli assessore del Comune con l’insidiosa delega ai Rifiuti - ma solo quando si potrà trasferire la frazione umida in Puglia, liberando così gli impianti Stir, mentre la frazione secca viene bruciata nel termovalorizzatore di Acerra». Ecco dunque che la giornata di oggi è considerata fondamentale nell’evoluzione della crisi, se si va in Puglia si può rifiatare, altrimenti saranno dolori. Non è finita qui. La prospettiva è quella che preoccupa moltissimo, ed è stata oggetto pure del vertice a Palazzo Chigi con il premier Silvio Berlusconi. Per mettere in piedi le due «discariche comprensoriali» nell’area metropolitana della città - ad Afragola in un sito dove pare già insistesse una discarica, e nel nolano - servono almeno sei mesi. Tutto questo tempo non c’è: di qui il pressing sul Governo per far decretare lo stato di emergenza almeno per la costruzione di questi due impianti. Il ragionamento è semplice: solo con i poteri straordinari si possono accorciare i tempi e superare le possibili resistenze delle popolazioni.

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