Mancata raccolta dei rifiuti, avviata un'indagine
La Procura della Repubblica di Avellino avvia un’indagine per accertare eventuali responsabilità nella vicenda dei rifiuti lasciati per strada e non raccolti negli ultimi giorni, nonostante non vi fosse stata la proclamazione di uno sciopero che potesse giustificare quanto accaduto. La notizia è filtrata nella giornata di ieri e si attende nella settimana prossima, forse già domani, la formalizzazione dell’iniziativa giudiziaria da parte della Procura di Avellino, che è stata già notiziata. Da che cosa nasca l’accertamento della Procura? Lo sciopero degli operatori del settore rifiuti è stato proclamato dai rappresentanti delle organizzazioni sindacali per il prossimo 14 dicembre, mentre solo ieri si è avuta notizia da parte delle sigle della sospensione del lavoro straordinario. Dunque, non si comprenderebbe come mai, nei giorni scorsi, lo stato di agitazione abbia portato a disservizi così gravi con accumulo di rifiuti e dispersione degli stessi, sia nella città di Avellino che nella maggior parte dei comuni della provincia. In pratica, poichè lo stato di agitazione non può legittimare la mancata effettuazione del servizio, in maniera talmente grave da determinare una inefficienza fortissima con disagi ai cittadini, occorrerà accertare cosa abbia portato a questa delicata situazione. Una problematica che corre sul filo del diritto, oltre che delle prerogative sindacali. Il tutto in un clima di tensione che ha visto l’altra sera blocchi stradali, malori e necessità di scortare, da parte della Polizia, l’assessore provinciale Domenico Gambacorta e l’amministratore delegato di «IrpiniAmbiente», il generale Francesco Russo. Una serata difficile, nella quale non aveva trovato riscontro anche il tentativo di mediazione espletato dal prefetto di Avellino, Ennio Blasco. Ed è stato proprio il rappresentante di governo a relazionare sulla vicenda, attivando in merito gli uomini delle Questura di Avellino, che in queste ore hanno avviato una serie di accertamenti che presto finiranno sulle scrivanie dei pubblici ministeri che saranno incaricati della delicata inchiesta della magistratura. Il reato ipotizzabile sarebbe quello di interruzione del pubblico servizio. Se gli operai dovessero essere riscontrati regolarmente in servizio, e altrettanto regolarmente retribuiti dalla proprie società, non si spiegherebbe il perchè si sia verificata una vera e propria situazione di disagio in grado di sfociare in un’emergenza. Un paradosso, nell’unica provincia della Campania che ha attivato il ciclo integrato dei rifiuti. Ora si attendono le prime mosse della Procura della Repubblica di Avellino, guidata dal magistrato Angelo Di Popolo. Gli inquirenti dovranno accertare anche la posizione dei singoli dipendenti, lo svolgimento effettivo o meno delle rispettive mansioni nei comuni assegnati alla competenza dell’Asa, di Avellino Ecosistema e degli ex Consorzi Smaltimento Avellino 1 e 2. Si profila così una ormai più che possibile coda giudiziaria a quello che, per il momento, si sostanzia come una forte contrapposizione di carattere sindacale: ma su un terreno assolutamente delicato, con ripercussioni su un servizio decisamente di pubblica utilità.