Chiaiano, tregua dopo la guerriglia

In serata cinquemila in corteo nel quartiere, molti bambini. Negozi listati a lutto
25 maggio 2008 - Daniela de Crescenzo

Quando il corteo arriva alla rotonda «Rosa dei venti» scoppia l’applauso, insistente, ritmato. Il lungo serpente (i manifestanti parlano di cinquemila persone) ha attraversato via Santa Maria a Cubito partendo dalla stazione di Chiaiano. Davanti un gruppo di donne con un grande striscione e la scritta: «Giù le mani dalle cave di Chiaiano». Il corteo si è appena mosso quando Nunzia Acone, spinge avanti una bimba con il braccio fasciato e urla «Guardate, guardate cosa ha fatto la polizia a mia figlia». E Manuela, 11 anni, racconta: «Stavo sul muretto a giocare con il telefonino, ci hanno cacciato con gli scudi e i manganelli». E i bambini nel corteo sono tanti. Uno spiega: «Qui si deve protestare: quando si arrenderanno loro, ci arrenderemo anche noi». E il papà Carmine Esposito sostiene: «Sono loro il futuro e devono sapere». Angela Riccio partecipa alla manifestazione con tutta la famiglia: «Ecco i miei figli, di 14 e 20 anni. Certo che resteremo qui, noi protestiamo in modo pacifico». In corteo anche il sindaco di Marano, Salvatore Perrotta, Andrea Di Martino e Peppe De Cristofaro, segretario provinciale e regionale del Prc, gli ex parlamentari Raffaele Tecce, e Francesco Maranta, anche loro del Prc. Tutti spiegano: «Siamo venuti per difendere la democrazia». E c’è anche la famiglia di Pasquale e Francesco Licciardiello, padre e figlio, fermati ieri sera nel corso della manifestazione e ora agli arresti domiciliari. In fondo i disoccupati, in piazza ad aspettare i centri sociali e molti rappresentanti dei diversi comitati di lotta in difesa dell’ambiente. Tra gli altri Raffaele Scalzone che ha animato la protesta a Napoli est. Il consigliere municipale Francesco Iacolare spiega: «La gente è spaventata. Qui ci sono altre tre cave della Fibe, temiamo che possano requisire anche quelle». Cave che, lo ha dimostrato la commissione per l’emergenza rifiuti, furono comprate per quattrocentomila euro e vendute per duemilioni in più nello stesso giorno all’azienda dell’Impregilo. E poi gli striscioni, tanti: «l’uomo è il tempio di Dio: Chiesa dove sei?», è scritto su un lenzuolo bianco. E su un altro: «Per loro discariche e inceneritori sono una miniera d’oro per noi solo devastazione». E ancora: «Selva di Chiaiano da itinerario del maggio dei monumenti a discarica». E gli slogan, tanti, ritmati, per invitare alla partecipazione: «Gente, gente, gente non state li a guardare scendete tutti in strada a protestare». Molti ragazzi portano sul petto un volantino con la scritta «difendiamo la salute e l’ambiente. E ora colpiteci tutti». Mentre il corteo passa si abbassano le serrande, molti commercianti espongono una striscia viola in segno di lutto. Su un balcone una grande scritta: «Scendiamo tutti in piazza se non vogliamo fare questa fine» seguita da una croce. Alle 19,30 il corteo arriva alla rotonda «Rosa dei Venti», che la gente di Chiaiano chiama «Rotonda Titanic» per una curiosa barca di cemento sistemata all’incrocio delle strade. Ma non basta, si continua verso Marano. Alle 20,30, un’ora e qualche chilometro dopo, è tutto finito.

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