Stipendi a rischio, ancora cassa vuota all'Asa

Comuni inadempienti, domani niente buste paga. Appello di Violino, domani Galasso interviene
5 dicembre 2010 - Michele De Leo
Fonte: Il Mattino Avellino

Al danno rischia di aggiungersi la beffa. Non bastavano le difficoltà nel trasferimento alla nuova società provinciale e il muro contro muro nei confronti dei vertici di «IrpiniAmbiente». I lavoratori dell’Asa devono fare anche i conti con una difficoltà atavica dell’azienda di viale Italia, ormai in liquidazione. Domani - data di scadenza per il pagamento delle spettanze di novembre - gli addetti non si vedranno garantire l’accredito dello stipendio. I motivi sono da ricercarsi nella difficoltà finanziaria in cui versano i soggetti impegnati nel settore - «IrpiniAmbiente» in testa - a causa dei ritardi maturati dai Comuni per il pagamento del canone per i servizi ricevuti. Alla sollecitazione del presidente - oggi commissario liquidatore - Edoardo Volino, a trasferire all’Asa la somma necessaria per il pagamento degli stipendi ai lavoratori, i vertici del soggetto unico provinciale di gestione hanno risposto con la mancanza di liquidità aggravata pure da un ritardo nei pagamenti della città di Avellino. Ancora una volta, l’ancora di salvezza è rappresentata dall’amministrazione di Piazza del Popolo. Se Avellino dovesse pagare, i lavoratori dell’Asa potrebbero ricevere lo stipendio. Diversamente, si rischia di gettare benzina sul fuoco e alimentare una tensione già alle stelle: dopo quattro giorni di agitazione spontanea e la protesta con sit in nei pressi del Palazzo di governo, gli addetti di viale Italia dovranno ingoiare il boccone amaro dell’ennesimo ritardo nella corresponsione degli stipendi. All’appello - arrivato al Comune anche dal presidente Volino - per rientrare in tempi breve di quanto dovuto per le rate scadute, da Palazzo di città fanno sapere che già domani si terrà un incontro sulla questione e che, al massimo entro la metà del mese di dicembre, verranno trasferite le somme dovute nelle casse di «IrpiniAmbiente». Il Comune di Avellino pagherà, inoltre, anche la prima delle due rate del debito di 900mila euro, maturato nei confronti del Cosmari Av1, per la quota di smaltimento dell’ultimo quadrimestre del 2009. Dal commissario liquidatore dell’Asa giunge, intanto, un accorato appello a cambiare registro ed invertire la tendenza, per evitare che anche «IrpiniAmbiente» - così come accaduto per l’Asa - sia costretta a una gestione sempre al limite di una crisi finanziaria. «Assistiamo ancora - spiega Volino - a un ritardo sistematico nel pagamento da parte dei Comuni: una condizione che ha generato il meccanismo perverso che ha condotto l’Asa a un passo dal tracollo finanziario. Oggi non possiamo consentire che gli enti locali continuino ad essere inadempienti, perché le società pubbliche non possono più indebitarsi come in passato». Chiaro il riferimento di Volino: continuando così, si rischia di far saltare tutto il sistema. L’ex presidente dell’Asa lancia, inoltre, un appello al senso di responsabilità generale - di sindacati e lavoratori in primis - per superare questa fase e consentire l’avvio, dal primo gennaio, della gestione sul livello provinciale affidata a «IrpiniAmbiente». «Dobbiamo assumere la consapevolezza - conclude - che ci deve essere senso di responsabilità da parte di tutti. Occorre, pure rimarcando il grande spirito di abnegazione dei lavoratori, un sacrificio ulteriore: come è stato già rilevato, il piano industriale della società provinciale non preveda esuberi». Il commissario liquidatore chiede, inoltre, un passo indietro anche dai sindacati che «avrebbero potuto raffreddare gli animi cogliendo i segnali di apertura arrivati in Prefettura: dobbiamo fare tutti un passo indietro per evitare che la situazione si aggravi e che i comuni morosi possano approfittare della sospensione del servizio per ritardare ulteriormente i pagamenti. È necessario e opportuno uno sforzo complessivo nell’interesse collettivo».

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