Siglato l’accordo con la Puglia trasferite 500 tonnellate al giorno

Berlusconi rassicura dalla Russia "L'emergenza si può risolvere"
Oggi vertice a Roma con il prefetto
4 dicembre 2010 - lu.ro.
Fonte: Il Mattino

Ribadisce che «la questione dei rifiuti si può concretamente risolvere», e il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, continua a seguire da vicino la crisi. Oggi sarebbe dovuto tornare in città, ma sarà il prefetto Andrea De Martino ad andare a Roma. Era lo scorso 26 novembre quando il premier annunciò: «Napoli tornerà alla normalità in 15 giorni». Allora c’erano in strada 2700 tonnellate, oggi ce ne sono 1800. Ancora lontani da un azzeramento e dalla scomparsa dei cumuli che invadono le strade. Ma si va avanti. E l’accordo siglato oggi con la Puglia, grazie al quale dalla prossima settimana 500 tonnellate giornaliere saranno smaltite per 90 giorni e per un totale di circa 50mila tonnellate, rappresenta, senza dubbio, una boccata d’ossigeno in una città dove l’aria è comunque ancora irrespirabile. L’esercito è in azione, oggi soprattutto nei quartieri di Pianura e di Agnano. Via l’immondizia dalle zone vicine alle scuole; interventi soprattutto a Montagna Spaccata, assediata. La strada da percorrere di certo non è breve. Lo dice, con un pizzico di preoccupazione, il governatore della Campania, Stefano Caldoro: «Ciò che mi preoccupa è come reggiamo l’urto, tentando di evitare il rischio di una nuova crisi. Il sistema è molto fragile e molto sottodimensionato rispetto alle esigenze di sei milioni di abitanti». Mentre la Regione aspetta che le Province forniscano i loro piani, così da predisporre un unico piano regionale così come chiesto anche dalla Commissione europea per evitare sanzioni e il blocco dei fondi, accordi sono stati chiusi anche con il Lazio, il Molise, le Marche, la Toscana e l’Emilia. Con altre non c’è storia. Con il Veneto, ad esempio, «c’e un problema antropologico», dice l’assessore all’Ambiente della Regione Campania, Giovanni Romano, che tutto quello che sta accadendo preferisce definirlo una «crisi acuta» più che un’emergenza. È un dato, spiega, che bisogna «resistere con il sistema ordinario che abbiamo in Campania per almeno 36 mesi, perché dobbiamo realizzare gli ultimi due impianti di termovalorizzazione». «I 36 mesi - spiega - sono alla nostra portata la Campania ha un sistema strutturato di discariche alle quali si unirà a breve un sistema di compostaggio per il trattamento dell’organico». Il presidente della Provincia Luigi Cesaro è vicinissimo all’individuazione di due siti per due discariche che dureranno 36 mesi: «La ricognizione è stata compiuta, e sulla scorta di quanto ho ascoltato e mi hanno detto lo scenario è positivo». Sul piano dell’immagine Napoli sta pagando un prezzo salatissimo. Magistrati come Vincenzo Galgano, già procuratore generale di Napoli, Franco Roberti, capo della Procura di Salerno e Giovanni Conzo, pm della Dda di Napoli lo dicono senza mezzi termini: a Napoli ci sono scenari peggiori del dopoguerra. Il regista Mario Martone va anche oltre. Napoli? «È una ferita aperta e probabilmente non risanabile». Una ferita «di un intero Paese malato». C’è da fare, dunque, ancora tanto.

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