Fiumi inquinati, 40 sindaci nel mirino
Sannio, i fiumi fanno paura. E questa volta non solo e non tanto per le possibili conseguenze del perdurante maltempo sulla tenuta degli argini, ma per la situazione di grave inquinamento organico che interesserebbe Sabato, Isclero e Calore. La Procura della Repubblica, ha infatti indagato una quarantina di sindaci per inadempienze in tema di sversamento degli scarichi nei fiumi. Gli amministratori saranno ascoltati dal magistrato a partire dalla metà di dicembre. Lo stato dei fiumi potrebbe presentare allarmanti risvolti per la salute umana, dal momento che gli elementi patogeni e le sostanze tossiche rinvenuti nelle acque fluviali potrebbero contaminare la vegetazione dei terreni irrigati attingendo dai corsi d’acqua in questione, e quindi sia i prodotti agricoli che quelli di origine animale, soprattutto se provenienti da bestiame erbivoro. E non è tutto: l’intero habitat fluviale sta subendo gravi conseguenze in termini di salubrità e benessere della fauna e della flora che hanno come punto di riferimento tali fiumi. Sono i dati allarmanti che emergono da questa indagine del Nucleo Investigativo del Corpo Forestale dello Stato di Benevento, e dell’Arpac. Purtroppo non si tratta di una situazione contingente: i rilievi e i controlli sono infatti durati circa due anni, e fotografano uno scenario sconcertante. Particolarmente preoccupante la presenza, nelle acque campionate in più punti e in più periodi, di salmonella ed escherichia coli. È il caso di ricordare che proprio sulla scorta del rinvenimento del batterio della salmonella ad ottobre dello scorso anno la Provincia aveva imposto l’assoluto divieto di prelievo ed utilizzo dell’acqua per scopi irrigui, oltre ad avviare una campagna di indagini dalla quale è emerso che la situazione di degrado è persistente e diffusa. Dagli accertamenti condotti presso i banchi di ortofrutta dei mercati rionali non sono finora però emersi casi di alimenti contaminati. Finora, è il caso di sottolineare, perché la situazione è comunque esplosiva, e in ogni caso ci vorranno anni perché essa possa essere ricondotta alla normalità. Quanto alle cause dell’inquinamento, dalle indagini è emerso che la contaminazione è causata principalmente da acque di scarico mal depurate, o non depurate affatto (tanti gli scarichi privi di sistema depurativo o con dispositivi inadeguati), e, in misura minore, dalla presenza di allevamenti zootecnici intensivi che scaricano illegalmente le deiezioni nei corsi d’acqua. La situazione rischia tra l’altro di innescare un vero e proprio terremoto giudiziario e amministrativo: per aver contribuito a provocare danni ambientali di proporzioni ampie, come quello riscontrato da Forestale ed Arpac sono infatti stati iscritti nel registro degli indagati una quarantina di amministratori. Ad essi viene addebitato di aver permesso lo scarico delle acque reflue provenienti dai centri abitati nel Calore, nel Sabato e nell’Isclero senza che fossero state sottoposte ad un idoneo trattamento di depurazione.