L’impegno della società civile: «Dobbiamo fare di più»
Dialogo con l'associazione Naplest
Comitato Serra di Cassano. Atto primo. A Napoli la società civile si è riunita. E non per ascoltare semplicemente ma per essere protagonista di una vera rinascita in città. E sede del Comitato fatto di gente comune, la storica sede del Ballo per l’apertura delle regate olimpiche degli anni fastosi di Napoli: la sala del Palazzo Serra di Cassano dove negli anni ’60 accorrevano da tutto il mondo a Napoli principi e principesse, re e maraja, mille persone. E anche ieri sera ne erano in tanti. Oltre mille persone che hanno risposto all’invito di Francesco Serra di Cassano, promotore del Comitato: «Non per rievocare un passato nostalgico, ma per riflettere con uno sguardo aperto verso il futuro». E così l’occasione della mostra di foto sul Ballo e il libro sulla dolce vita partenopea sono diventati l’occasione per riunire la società civile: «Noi di Naplest siamo l’esempio di chi ha veramente a cuore Napoli, del privato che investe nel privato. Chi ha la professionalità e la competenza deve individuare la strategia per risolvere il problema, e una volta individuata la strategia, starà a noi, società civile, diffonderla, fare cultura, questo è il nostro compito», ha detto Marilù Faraone Mennella, presidente del comitato promotore dell’associazione di imprenditori Naplest. A indignarsi per la spazzatura anche Anton Emilio Krogh: «Noi napoletani dobbiamo fare di più, ci sono paesi dove il popolo scende in piazza e si va avanti fin quando non si blocca quella riforma che non vogliono». Elena Aceto di Capriglia d’Antonio: «Siamo andati sulla Luna negli anni ’60: possibile che non siamo capaci di fare la differenziata?». Maria Di Pace parla di avvilimento: «Mio figlio vive a Milano, mi domanda sempre perché noi napoletani non scendiamo in piazza, ed io gli rispondo perchè non c’è nessuno che ci ascolta». Applaude come un miracolo per Napoli la costituzione del Comitato Serra di Cassano ad opera di Francesco Junior, Gerardo Marotta: «Bisogna abbandonare l’egoismo, qui abbiamo belle case e fuori nessuno se ne importa che c’è la spazzatura». È dell’idea di «rimboccarsi le maniche e raccogliere la spazzatura per strada», la senatrice Diana De Feo. E infine è per una differenziata puntuale l’architetto Mariella D’Elia che ha apportato al Comitato l’adesione di tutto l’Ordine degli Architetti. Presente anche il direttore del Mattino Virman Cusenza: «Vorrei che la serata di stasera si traducesse in un fuoco sempre acceso». E intanto hanno superato le mille firme d’adesione all’appello di «Napoli aspetta» pubblicato sul Mattino a firma di Gae Aulenti, Francesco Barbagallo, Roberto Esposito, Giuseppe Galasso, Ernesto Galli della Loggia, Raffaele La Capria, Mario Martone, Tony Servillo, Elisabetta Rasy e Aldo Schiavone.