Rifiuti, il premier ottimista «Normalità in due settimane»
NAPOLI — Garantisce, da «inguaribile ottimista», che «in meno di due settimane sarà risolta l’emergenza rifiuti a Napoli». Silvio Berlusconi interrompe la riunione tecnica in Prefettura per incontrare i giornalisti. E annuncia che se necessario si farà ricorso ai soldati, «perché il ministro della Difesa ha espresso la propria disponibilità ad offrire l’esercito. Sono venuto qui per dare una mano benché le competenze spettino alle autorità locali». L’emergenza campana torna quindi a essere una questione nazionale, e per questo il presidente del Consiglio è di nuovo a Napoli, accolto però dalla contestazione di un gruppo di studenti e precari, poi allontanati dalla polizia, sui quali ironizza dicendo «di non averli sentiti perché sono arrivato in macchina con il prefetto e francamente alla loro età io mi divertivo in altra maniera». Berlusconi ci mette di nuovo la faccia e polemizza con gli amministratori che, avendo la responsabilità di gestire in prima persona dal gennaio 2010 la questione rifiuti, non hanno realizzato «il piano che poteva garantire una soluzione durevole », un piano che prevedeva la costruzione di due termovalorizzatori (a Napoli Est e a Salerno) e un terzo impianto per il trattamento dei residui da imballaggio. Il Paese deve partecipare alla soluzione del problema che rischia di danneggiare la sua immagine nel mondo. Occorre fare presto, ma serve l’aiuto di tutti. Ecco perché Berlusconi dice di essersi messo in contatto con i sindaci delle principali città affinché si attivino, mettendo a disposizione i cosiddetti autocompattori utili per il trasporto dei rifiuti. E Letizia Moratti (Milano), Gianni Alemanno (Roma) e Matteo Renzi (Firenze) hanno già offerto numerosi mezzi. Qualcuno gli fa notare che i presidenti di Veneto e Piemonte, i leghisti Luca Zaia e Roberto Cota, hanno detto che non vogliono immondizia di altri sui loro territori. «In Veneto— ricorda il premier — c’è stata l’alluvione e in Piemonte sono sovraccarichi. In ogni caso, i ministri leghisti hanno avuto un atteggiamento positivo: non diranno di no se gli sarà chiesto aiuto». I problemi, aggiunge Berlusconi, sono conseguenza dell’atteggiamento di chi non ha fatto la sua parte, e invita chi denuncia lo stato di degrado che colpisce la città a «tenerne conto quando si tratterà di votare per il Comune». Già, il Comune di Napoli. Nei giorni scorsi era corsa voce che potesse essere il ministro delle Pari opportunità a correre per il Pdl, magari a capo di una lista civica con l’appoggio di Fli e Udc. Ma Berlusconi lo nega con nettezza: «Mara Carfagna non ha alcuna intenzione di candidarsi a sindaco di Napoli ». La vicenda dei rifiuti si interseca con quella del terremoto in Abruzzo, «due situazioni nelle quali il governo ha dato provoca di straordinaria capacità», ricorda Berlusconi, il quale in mattinata, al termine del Consiglio dei ministri, aveva già affermato di avere tenuto fede agli impegni contenuti nei «cinque punti» della sua agenda. In realtà i provvedimenti sulla Giustizia pare vengano sdoppiati. Martedì prossimo il governo metterà a punto le misure per favorire l’efficienza, mentre la parte che riguarda gli interventi di naturale costituzionale (lo sdoppiamento del Csm e la separazione delle carriere tra giudici e pm) sarà esaminata in un successivo Consiglio dei ministri che si terrà comunque prima del voto fiducia del 14 dicembre. Il governo agisce, dice Berlusconi, ma la stampa non glielo riconosce. Ecco perché torna ad attaccarla. «C’erano due situazioni nelle quali abbiamo dato straordinaria prova di capacità: sui rifiuti in Campania e sul terremoto, ma i giornali e le tv delle opposizioni si sono esercitati nella distruzione di quanto fatto: basta con queste critiche indegne abiette e infondate. Noi continuiamo a lavorare mentre loro ci insultano».