Raccolta differenziata, la città ci prova
Spiragli di speranza, di consapevolezza, di responsabilità tra le montagne di spazzatura e l'angoscia che niente possa mai cambiare. Nel caos dell'emergenza rifiuti né politici né aziende di igiene urbana, né qualsiasi altra organizzazione o istituzione che abbia a che fare con i rifiuti, potranno incolpare i napoletani del mancato decollo della raccolta differenziata in città ferma al 18 per cento. L'esperimento-protesta dei precari degli ex corsi di formazione Bros e Isola dimostra che i napoletani, al pari dei cittadini di tante altre città, sono non solo disposti, ma contenti, pazienti e culturalmente attrezzati a dividere i rifiuti. Basta dargliene la possibilità e soprattutto non deludere aspettative e fiducia - è successo già in passato proprio sul fronte spazzatura - come stanno facendo i disoccupati che autonomamente hanno avviato la raccolta porta a porta nei quartieri a ridosso di piazza Dante. «La gente - spiega Ada, una delle animatrici - ha apprezzato l'iniziativa superando anche i legittimi timori di aprire i portoni dei loro palazzi ai nostri operatori». L'operazione Disoccupati per la differenziata" 6 partita tre giorni fa con il volantinaggio presso le case e la distribuzione delle buste. Tre colori per i diversi rifiuti da riciclare: carta, vetro e plastica. «Abbiamo pensato prima alla comunicazione - spiega Ada - per superare la diffidenza della gente e visti i risultati possiamo dire che oggi, aNapoli, la voglia di finirla con l'emergenza rifiuti supera tutti gli altri timori». I sacchetti, raccolti a decine, sono stati sistemati in isole ecologiche allestite dai disoccupati in piazza Dante per poi essere smistati nei centri di raccolta dell'Asia, l'azienda di igiene urbana napoletana. Anche il Comune di Napoli si attiva per ridurre il volume dei rifiuti e dopo il prowedimento che impone ai commercianti il vetro a rendere e ai fruttivendoli di vendere verduraà pulita, un'ordinanza stabilisce la differenziata obbligatoria negli uffici pubblici e privati, e multe salatissime - fino a 600 euro - a chi non rispetta le regole. Senza eccezioni, gli esercizi pubblici e aperti al pubblico di Napoli - banche, poste, ospedali, sedi comunali e regionali - dovranno dotarsi di appositi contenitori per la raccolta differenziata. Napoli si sta quindi muovendo nella direzione indicata dagli ispettori europei. «Stiamo mettendo a punto, e dovrebbe partire da lunedì, in 20 piazze della città la raccolta della frazione umida e della frazione secca», rende noto l'assessore comunale all'Igiene urbana Paolo Giacomelli. «La volontà - spiega - è cercare di diminuire in particolare la quantità di frazione umida di rifiuti putrescibili che vanno abbandonati sul suolo, ma che determinano l'inizio di un sistema anche di organizzazione e di separazione della raccolta».I: assessore difende poi i dipendenti del-l'Asìa «perché trovo ingiusto nei loro confronti che il presidente del Consiglio ogni volta citi questa azienda come fosse una pessima azienda. Stanno lavorando duramente in questi giorni».