Le principali obiezioni: mancano alternative allo stop alle discariche, chiarire i rapporti tra regione e province per i termovalorizzatori, evitare conflitti tra enti locali per la raccolta

Rifiuti, i rilievi del Colle E oggi il premier a Napoli

Governo al lavoro per recepire le osservazioni
Il Quirinale chiede chiarimenti sul decreto per l'emergenza
26 novembre 2010 - Marco Iasevoli
Fonte: Avvenire

Si tinge sempre più di giallo il decreto che dovrebbe affrontare l'emergenza rifiuti in Campania Nel pomeriggio, quasi negli stessi minuti, filtrano sia i contenuti del provvedimento varato dall'esecutivo sia le osservazioni - se confermate molto critiche - del Quirinale. In serata il Colle corre ai ripari specificando che i rilievi «sono stati riferiti in termini impropri e parziali». Ma ormai le agenzie avevano già dato conto di un Napoletano perplesso per la mancanza di misure d'emergenza e perla scelta dell'esecutivo di eliminare tre discariche (Cava Vitiello, Valle della Masseria e Andretta) senza provvedere ad alternative. Inoltre, il presidente sarebbe intervenuto sul punto caldo della gestione dei tre nuovi termovalorizzatori: per il Colle sono da affidare a Cal-doro sentite le provincee non in raccordo con le province, come scritto dal Cdm dopo il duro scontro tra il ministro Carfagna e il coordinatore in Campania del Pdl Cosentino. Ma mentre al Colle si passava la matita rossa sui commi più delicati del decreto, Berlusconi preparava il suo ritorno a Napoli, fissato a sorpresa già per oggi pomeriggio. E dal governo, invece, arrivava la rassicurazione che si sta lavorando - e sarebbe la terza formulazione del testo - per rimuovere i dubbi del DaQuirinale. D'altra parte ieri, nell'ufficio di presidenza del Pdl, il premier ha dedicato molto tempo al caso-Napoli, raccomandando, a dire di alcuni presenti, di non sbilanciarsi su nuovi sversatoi per evitare la rabbia dei cittadini (mercoledì, al solo citare Macchia Soprana, la popolazione era insorta, e forti fibn'llazioni si sono innescate per via di un'intervista in cui Caldoro ipotizza due discariche nel nolano e a Napoli nord). Non solo: il premier, per vincere le resistenze delle regioni del Nord, in particolare del Veneto e del Piemonte a guida leghista, ha specificato di aspettarsi «la solidarietà del Paese» per assorbire parte dei rifiuti napoletani (ma le risposte dei governatori, al momento, sono negative o attendiste, e Vasco Er-rani, presidente della Conferenza Stato-Regioni, torna a reclamare dal governo «un atto chiaro in cui sia precisata la richiesta d'aiuto»). Infine, Berlusconi si sarebbe scagliato contro il sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino: «È tutta colpa sua». «Una vecchia canzone», replica il primo cittadino. Il decreto parlerebbe di «situazione di elevata cnticità» che richiede «misure urgenti», ma non dichiarerebbe, come ci si attendeva, lo stato d'emergenza. Il punto principale riguarda la gestione di tre nuovi termovalorizzatori (due a Napoli e uno a Salerno). La pace tra Carfagna (favorevole ad attribuire poteri di commissario al governatore Cal-doro) e Cosentino (dalla parte dei presidenti delle province Cesaro e Cirielli) si era raggiunta assegnando al governatore il potere di nominare, in raccorcio con le province e sentiti i comuni, dei commissari straordinari per gli impianti. Ma ora occorre rivedere formulazione. Tra l'altro, i commissari svolgerebbero funzioni di sottosegretario, e Napolitano ritiene che la cosa non sia fattibile senza dichiarare lo stato d'emergenza. Il testo prevede inoltre commissari per i comuni inadempienti sulla differenziata. Ancora, il governo promuoverà un accordo per smaltire i rifiuti non pericolosi in altre regioni fino a quando la Campania non avrà gli impianti adeguati. Un altro articolo, anche questo a quanto pare poco gradito al Colle, attribuirebbe ai comuni il compito della raccolta sino a tutto il 2011, togliendola competenza alle province. Le risorse: 282 milioni di fondi Fas per le bonifiche, altri 150 per gli impianti. Confermati per un anno gli ammortizzatori sociali ai lavoratori dei consorzi.

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