Roberti: «Sbagliato negare l’uso delle sue intercettazioni»
Cantone: la borgesia si è arresa ai clan
Ad un certo punto dalla platea viene chiesto un commento sul parlamentare Nicola Cosentino che appena ieri ha ricevuto l’avviso di chiusura indagini per concorso esterno. «Esiste un problema Cosentino, ma non è il solo», risponde il giudice Raffaele Cantone. Ma gli applausi arrivano quando tocca a Franco Robberti, ex capo del pool anticamorra di Napoli e ora procuratore a Salerno: «Ci fa piacere la solidarietà dei ministri Alfano e Maroni ma mi farebbe ancora più piacere che gli stessi in Aula avessero votato l’autorizzazione ad usare le intercettazioni a carico di Cosentino». E sono applausi. Libreria Feltrinelli, ieri pomeriggio, si presenta (modera Virman Cusenza) «I Gattopardi» il libro scritto da Cantone e dal giornalista Gianluca Di Feo. Ovvero come le mafie abbiano connessioni e collusioni con parti del sistema economico-politico e il circuito vizioso in cui le organizzazioni criminali, gli imprenditori, la società fanno sistema e traggono reciprocamente vantaggio gli uni dagli altri. È il salto delle organizzazioni criminali, spiegano gli autori, che «ora pagano più che sparare». Ne è convinto Cantone, un passato di pm anticamorra e ora in Cassazione, secondo cui «l’idea di una mafia separata dalla società è una visione manichea. Perché pezzi siginificativi della borghesia hanno girato la faccia davanti a un fenomeno che cresceva. Si è fatto finta di nulla e ora qualcuno è convinto di fare l’antimafia mettendo qualche libro sull’argomento sul proprio comodino». Un concetto che Cantone ripete almeno un paio di volte. E infatti continua: «Da noi è mancato un apporto della società borghese che per anni si è girata dall’altro lato, arroccandosi nei quartieri alti di Napoli. Hanno fatto finta di nulla, lo stessa cosa che ora noi contestiamo ai settentrionali che ce l’anno contro il Sud». Non sempre la colpa è della criminalità, anzi spesso è un alibi. Anche secondo Roberti che fa un esempio: «Nel caso dell’omicidio Vassallo credo che la camorra abbia un ruolo marginale». Infine Cantone fa una critica alla lotta alla criminalità. «Sta passando l’idea che la mafia si combatte con i carroarmati, con l’esercito - spiega - o ripetendo il modello Caserta. Non la si combatte invece se non vengono più sciolti i comuni o le Asl».