Rifiuti, compromesso sul commissario Decreto al Quirinale

Caldoro sceglierà «sentite le Province»
24 novembre 2010 - Alessandra Arachi
Fonte: Corriere della Sera

ROMA - Alla fine sul Colle ci è arrivato. Il contestatissimo decreto sui rifiuti in Campania ha raggiunto il tavolo del capo dello Stato al Quirinale ieri nel tardo pomeriggio, dopo una lunga e sofferta mediazione, con la paziente collaborazione del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta.
Alla fine è stata modificata l' attribuzione dei poteri per la realizzazione e la gestione dei termovalorizzatori. Politicamente: un colpo al cerchio del coordinatore campano del Pdl Nicola Cosentino, uno alla botte del ministro Mara Carfagna, dunque del presidente della Regione Stefano Caldoro. Per le opposizioni, «una vergogna istituzionale».
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano non ha ancora detto la sua. Ha messo ovviamente subito al lavoro i suoi consiglieri giuridici per valutare quel decreto che in meno di una settimana ha rischiato di far saltare in aria il Pdl e forse il governo. E suscitato le ire del capo dello Stato: «Io quel decreto non l' ho mai ricevuto» aveva detto lunedì Napolitano, mettendo immediatamente in moto la macchina istituzionale.
Si era impantanato a Palazzo Chigi il decreto sui rifiuti in Campania. Dopo che giovedì 18 novembre aveva avuto il via libera dell' esecutivo, era esploso un vespaio all' interno della maggioranza. Un vespaio tutto campano, ma con inevitabili risvolti nazionali.
Una sorta di domino delle polemiche. Perché per quel decreto sui rifiuti erano insorti Edmondo Cirielli, presidente della Provincia di Salerno, e lo stesso Nicola Cosentino, coordinatore in Campania del Pdl, già sottosegretario all' Economia. Non sopportavano, Cirielli e Cosentino, che quel decreto sui rifiuti lasciasse al presidente della Regione tutti i poteri per i termovalorizzatori.
Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha ascoltato le loro lamentele. Promettendo modifiche e facendo esplodere il ministro Mara Carfagna, la quale, a sua volta, è andata a sbattere contro la deputata Alessandra Mussolini in, appunto, un domino di polemiche incontrollabile.
Lunedì e martedì la mediazione di Gianni Letta. Che convoca a Palazzo Chigi il ministro Carfagna. Ascolta il coordinatore Cosentino. Prende in mano il decreto. Analizza i tre articoli. Modifica il comma più contestato.
E, sembra, il miracolo. Ieri nel tardo pomeriggio si dichiaravano tutti soddisfatti. Nicola Cosentino, da una parte. Ma anche il ministro Carfagna, dall' altra. Al suo sodale presidente della Regione Stefano Caldoro sono stati sottratti un po' di poteri. Ma lei si dichiarava più che contenta delle attenzioni ricevute dalla presidenza del Consiglio.
La mediazione sembrerebbe riuscita. E, quindi, le opposizioni sono insorte, con in testa la protesta di Anna Finocchiaro, presidente dei senatori del Pd.
«La vergogna istituzionale del decreto sui rifiuti in Campania si è chiusa con un colpevole e ingiustificato ritardo», ha tuonato la Finocchiaro. E ha rilevato. «Nessuno conosce le linee generali del decreto tanto propagandato dal governo per risolvere l' emergenza».
Quando era esploso il caso dei rifiuti all' interno del Pdl, anche il segretario del Pd Pier Luigi Bersani era andato, furibondo, a Palazzo Chigi: «Mettere i rifiuti in mano alle Province vuol dire metterli in mano alla camorra».

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