ANTONELLO CAPORALE SPIEGA IL FALSO MIRACOLO A NAPOLI. «IN CAMPANIA C'È UN DEFICIT DI DEMOCRAZIA, COLPEVOLI INTERE CLASSI DIRIGENTI»

«L'EMERGENZA RIFIUTI È UN AFFARE, PERCIÒ NON FINISCE MAI...»

Il parere del giornalista Antonello Caporale, autore di "Terremoti Spa": «Il premier aveva bisogno di un miracolo mediatico, ma il caos non è affatto debellato. È sotto il tappeto, il resto è dimenticato. I politici? Senza competenze e senza passione»
24 novembre 2010 - Adriano Scianca
Fonte: Secolo d'Italia

ROMA. Antonello Caporale del caos rifiuti qualcosa ne sa. E non solo per quell'accento inconfondibile che, al volo, ti fa capire che i problemi campani il giornalista di Repubblica li conosce bene. Ma anche perché nel suo Terremoti Spa (Rizzoli) ha speso molte pagine per individuare nel concetto di "emergenza" una gallina delle uova d'oro per la politica e l'economia.
Caporale, mi scusi: ma non era finita l'emergenza? Ricordo distintamente i messaggi trionfalistici che fecero il giro del mondo... Macché risolta... L'emergenza è un'industria, ci ho scritto anche un libro su questa cosa.
E allora perché si cantò vittoria, all'epoca? Perché Berlusconi aveva bisogno di un miracolo, proponendo una soluzione effimera e non duratura. L'immondizia sta sotto il tappeto e il resto è dimenticato.
E questa dimenticanza che responsabilità porta? Quella di Berlusconi è indubitabile. Ma va posta sotto accusa tutta la classe politica regionale.
...che non risolve il problema per dolo o incapacità? C'è una commistione tra i due elementi. C'è, di base, una sorta di ignavia, di incompetenza. Ma c'è anche un dato elementare: più rifiuti uguale più ricchezza, più fondi, più industria, più leggi speciali. È normale che a qualcuno faccia gola.
Insomma, c'è una sostanziale inadeguatezza della classe dirigente... Certo che c'è. Perché vede: la verità è che i deputati non si applicano, non sanno fare le leggi, non sanno di cosa parlano. E sa perché? Perché non conoscono la fatica. E perché non la conoscono? Perché non hanno passione. Prenda lei e il suo lavoro...
Oddio, ora cosa c'entro io? Lei, come me, può scegliere di svolgere il suo lavoro facendo un mero copia-eincolla o ricercare i fatti e approfondire. Può "buttare via" la notizia o mettercisi a lavorare con passione.
Farò il possibile. Intanto in Campania le acque sono agitate: la Carfagna, Cosentino... Sa, è come diceva De Gaulle: "Il potere non si conquista, si arraffa". A voi piace De Gaulle, vero?
A me no. Ma chi è, qui, che "arraffa" il potere? Vede, la cosa curiosa di questa crisi è che non si litiga sulle soluzioni ma chi fra me e te deve gestire il termovalorizzatore e tutta la quantità di denaro che questo si porta appresso. Non c'è niente da fare, il ciclo politico si sviluppa sempre in parallelo al ciclo economico.
Quindi l'affaire Carfagna non ha nulla di politico? Ma, voglio dire: cara Carfagna, solo ora scopri chi è Cosentino?
C'è sempre un momento in cui si scopre chi è chi, no? D'accordo. Mettiamo che oggi il ministro ha scoperto che nel suo partito ci sono gli affaristi. Può essere, per carità. Ma, dico: ora che l'hai scoperto come fai a starci insieme? Non è questione di termovalorizzatori, io insieme agli affaristi non ci voglio stare a nessun costo!
Intanto La Russa vuole inviare i militari in Campania... Mah, se fossi davvero un caporale di fatto e non solo di nome gli direi: "La Russa, ma vai dove devi andare, va...".
Credo di aver capito. Sempre la stessa logica emergenziale? Ma insomma, che devono fare li i soldati? In Campania c'è un deficit di democrazia, che c'entra l'esercito? Allora mandiamo sotto le armi, piuttosto, il presidente della provincia...
Insomma, i militari non possono sostituire i politici... Il problema è che ormai lo spreco è diventata l'unica forma di relazione possibile tra i politici e i cittadini, che così diventano clienti.
È il deficit di democrazia cui ha appena accennato? Certo. È come diceva Salvemini: la democrazia è come un bambino, se lo alimenti cresce forte, se non lo alimenti diventa rachitico. Non basta dire "io sono democratico". Ma che vuol dire? Pure a Casal di Principe votano. A proposito: perché una cittadina di 10 mila abitanti esprime quattro parlamentari? I

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